La sua casa da costruire nel tempo libero, dolore a Zogno per il muratore travolto in cantiere

IL LUTTO. Stefano Vitali amava il suo lavoro, aveva resistito ai rovesci finanziari della sua ditta e non aveva mollato. La passione per la corsa in montagna e la bici.

Gran lavoratore, lo descrive chi l’ha conosciuto. Nonostante i rovesci finanziari della sua precedente ditta, non aveva mollato e aveva provato a ripartire. Per i vicini di casa nel centro storico di Zogno, Stefano Vitali era una sorta di fantasma, causa lavoro: lo vedevano partire all’alba e rientrare alle otto di sera, diretto sui cantieri col suo furgone blu. Poche parole, lui che viveva all’ultimo piano della palazzina di via Cavour 31, dirimpetto all’ex palazzo municipale, che la sua impresa edile aveva provveduto a ristrutturare più di vent’anni fa.

«Dovevamo vederci la settimana prossima»

«L’ho incontrato ieri (martedì, ndr) - dice una signora - e gli ho ricordato che il 28 è in

programma la riunione condominiale. “Lo so, lo so, vengo”, mi aveva assicurato». «Me lo ricordo vagamente, ma non è che in paese fosse molto conosciuto», confida Selina Fedi, ex sindaca di Zogno e ora assessore all’Ambiente. Anche il parroco di Zogno, don Mauro Bassanelli, sa poco di Stefano Vitali: «Domani (oggi per chi legge, ndr) farò visita alla famiglia».

La passione per la bici

Nel poco tempo libero il 59enne si dedicava a qualche uscita in bici o al jogging sulla pista ciclabile. La corsa, soprattutto quella in montagna, era stata la sua passione da ragazzino. «Fino agli juniores aveva fatto gare con l’allora Atletica Monte di Zogno», ricostruisce Roberto Ferrari, presidente dell’Atletica Valle Brembana.

La villa bifamiliare a Spino in costruzione

Poi, per lo più lavoro, che riempiva anche gran parte del suo tempo libero. Negli ultimi anni lo aveva dedicato alla realizzazione della villa bifamiliare a Spino al Brembo, che però procedeva a rilento. Ma Stefano Vitali non aveva rinunciato al progetto e quando aveva un minuto libero saliva da solo nella frazione a cercare di completare i lavori. E il suo impegno un po’ ricordava l’abnegazione dei vecchi muratori bergamaschi, i molti che hanno tirato su casa con le proprie mani sgobbando il sabato e la domenica. Non pochi dalle nostre parti sono riusciti a coronare il sogno di un’abitazione con questo surplus di lavoro. A Stefano Vitali invece è costato la vita.

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