«La Sacra Spina faccia germogliare anche la nostra vita»

SAN GIOVANNI BIANCO. Il vescovo Raffaello Martinelli domenica sera alla chiusura per le celebrazioni in onore della reliquia. Migliaia alla processione e alla festa della vigilia

«Chiediamo che germogli sempre di più, che cresca sempre di più in noi l’amore per il Signore. Attraverso questa Spina noi vediamo il suo amore e la sua accoglienza del dolore per il bene di tutti. La Spina è un grande dono ma che ci rimanda all’Eucarestia».

Così il vescovo emerito di Frascati, Raffaello Martinelli, domenica 17 marzo, durante la Messa solenne in onore della reliquia della Sacra Spina, a conclusione dei festeggiamenti e della novena di preparazione che hanno visto coinvolta la comunità di San Giovanni Bianco e della Valle Brembana. Monsignor Martinelli, domenica pomeriggio, ha anche guidato la processione con la reliquia, lungo le vie del paese. Foltissima la partecipazione di popolo, con 18 confraternite religiose arrivate da Dossena, Trescore Cremasco, Urgnano, Ardesio, Verdello, Vigolo, Calcinate, Cene, Zandobbio, Sforzatica, Guzzanica, Pontida, Almenno San Salvatore, Ardenno, Morbegno, Buglio in Monte, Nembro e Rota Imagna (oltre alle Consorelle di Urgnano e di Cene).

Una processione particolarmente sentita, che arrivava dopo quella sotto la pioggia dello scorso anno e quelle in solitaria del prevosto don Diego Ongaro per le restrizioni Covid. Decine di crocifissi, stendardi, la banda musicale, e i botti ad accompagnare il corteo. Quindi il grande crocifisso in legno alto quattro metri portato dai trentatreenni, mentre le coetanee poratavano i segni della Passione (chiodi, dadi, la corona).

Sabato sera 16 marzo la grande festa del paese ha attirato migliaia di persone da tutta la valle e da fuori (difficile, spesso trovare un posto auto). Ponti, strade e prati disegnati da migliaia di lumini hanno reso come sempre il panorama particolarmente suggestivo. Tutto in attesa del grande spettacolo pirotecnico offerto dal «Gruppo Sacra Spina», e sparato dalla ditta Harmonia Mundi di Treviglio. Spettacolo di venti minuti con il tradizionale finale assordante e applauditissimo.

Ad aprire le celebrazioni, sabato alle 16, era stato il prevosto don Gianluca Salvi, con la cerimonia della tre chiavi, a cui è stato dato particolare risalto. Il parroco ha ricevuto sul sagrato la sindaca Enrica Bonzi e il rappresentante del «Gruppo Sacra Spina», Ettore Galizz i, ciascuno con la loro chiave. Insieme hanno poi aperto il tabernacolo che custodisce la reliquia.

«Un gesto semplice ma gravido di significati - ha detto don Salvi -. Questo gesto ci dice che la Sacra Spina appartiene a tutti, a questo lembo di terra che l’ha ricevuta in dono. E che abbiamo radici comuni, che ci permettono di vivere». Domenica mattina, invece, il messaggio del parroco nell’omelia della Messa mattutina. Con il riferimento al «segno» prodigioso del 27 marzo 2016, quando sulla Spina apparve una nuova gemma.

«Perché la Spina non fiorisce tutti gli anni? - si è domandato don Salvi -. Perché Gesù vuole che facciamo fiorire la nostra vita. E ogni tanto ce l’ho ricorda lui, con un segno. Abbiamo tanti aspetti aridi della nostra vita, ma che possono rifiorire». Dopo la chiusura dei festeggiamenti di ieri, l’appuntamento è ora per il 27 marzo, quando, nell’anniversario della fioritura del 2016, alla sera, sarà celebrata una Messa e il tabernacolo che custodisce la reliquia, sarà nuovamente chiuso. Dal 2016 era rimasto aperto, in particolare per accogliere i tanti pellegrinaggi. Tornerà ad essere chiuso, come da tradizione, e riaperto solo in occasioni di grandi festività o per chiedere Grazie.

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