La Croce rossa piange Simone e il suo sorriso

IL LUTTO. Volontario e poi tecnico Areu, si è spento per una malattia. Sabato 15 marzo alle 15 i funerali.

L’amore, la passione e l’impegno per la «sua» Croce rossa hanno da sempre contraddistinto Simone Gervasoni, volontario e dipendente amato e stimato da colleghi e amici scomparso nella notte tra mercoledì 12 e giovedì 13 marzo, dopo alcuni anni di malattia. Lascia Monica e le figlie Aurora e Gaia. Originario di Zogno, si era fatto apprezzare per l’umanità e semplicità, la sua professionalità, simpatia e altruismo. Per questo la sua scomparsa desta in queste ore profondo cordoglio in Croce rossa e nelle comunità di San Giovanni Bianco, dove abitava, e Zogno.

Aveva solo 53 anni, Simone, e non si era arreso alla malattia, la Sla: ha proseguito dando la sua disponibilità fino a che ha potuto. «Anche quando aveva ormai difficoltà a muoversi – spiega il collega Achille – continuava a fare lezioni online e addirittura organizzava a casa sua lezioni pratiche di ripasso». Era entrato nella Croce rossa di San Pellegrino – che fa parte del comitato di Bergamo – nel 1993 come volontario, poi come dipendente. Nel 2008 era diventato anche istruttore, e poi tecnico della centrale, in Areu, nel 2016.

La passione per l’Atalanta

Purtroppo l’anno successivo la scoperta della malattia, che l’ha portato a fermarsi con gli allenamenti in bicicletta, altra grande passione, mentre non ha mai «messo via» la passione, smisurata, per l’Atalanta, che lo ha portato ad andare allo stadio anche in carrozzella, fino a che le sue condizioni fisiche glielo hanno consentito: «Cioè fino a settembre del 2023 – racconta Betta, amica con cui condivideva la passione per l’Atalanta – lo portavamo noi e quando la partita diventava difficile ci davamo forza a vicenda ripetendoci “fiducia, eh, che poi ce la facciamo”. Quando lo stadio è diventato troppo “lontano” ci siamo rifugiati a casa sua. L’ultima partita, la scorsa settimana, nella quale l’Atalanta ha battuto la Juve per 4 a zero, è stata a nostro modo una grande festa».

«Sempre con il sorriso»

«Era una persona buona, splendida – racconta ancora Betta – una persona con grande dignità, sempre col sorriso, non voleva essere di “peso”, e questo nonostante lui si fosse sempre speso per tutti e per tutto. È rimasto lucido fino alla fine, ha deciso di restare a casa e di affrontare gli ultimi momenti nell’affetto dei suoi cari». I funerali saranno celebrati sabato 15 marzo alle 15: il corteo partirà dall’abitazione in via Briolo Entro, a San Giovanni Bianco, dove è stata allestita la camera ardente e lui riposa «con la divisa della Croce rossa, la sciarpa dell’Atalanta e la maglietta del ciclista – conclude Betta – come suo ultimo desiderio».

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