Case di riposo, trovati dei positivi: nuova stretta sulle visite dei parenti

Sospesi gli accessi dei familiari in molte Rsa bergamasche. Lazzarini (Carisma): «Vista la curva, meglio essere tempestivi nelle difese».

Nuova stretta sulle visite nelle case di riposo. Il 99% di ospiti e personale è vaccinato con la terza dose, tutti sono tamponati regolarmente.

Eppure qualche caso di positività si è insinuato anche nelle Rsa, non succedeva da 20 mesi. Le infezioni si contano sulle dita di una mano e i sintomi non sono paragonabili a quelli del 2020. Con Omicron in circolazione e la sua alta contagiosità, però, non c’è da scherzare. Prima di Natale, quindi, Ats ha «caldeggiato» nuove misure, oltre a quelle già in vigore. Sta poi all’autonomia dei responsabili Covid delle strutture (figura che coincide spesso col direttore sanitario) applicare o meno ulteriori restrizioni.

La situazione in Bergamasca è a macchia di leopardo: la maggior parte delle 65 case di riposo del territorio ha sospeso in via precauzionale l’accesso ai visitatori (come al «Carisma» in città, oppure a Zogno, Laxolo, Gorlago, Azzano), poche si sono attrezzate potenziando sanificazioni e distanziamento per restare «aperte». Il campanello d’allarme delle nuove positività non va però sottovalutato, fanno notare gli addetti ai lavori, perché non c’è solo la popolazione fragile e anziana da proteggere ma anche i lavoratori da tutelare, col rischio che col personale costretto a casa in isolamento il servizio vada in crisi.

Al Carisma

Parla della necessità di essere tempestivi il direttore generale della Fondazione Carisma Fabrizio Lazzarini. Ha firmato una circolare che dal 3 gennaio a data da destinarsi sospende l’accesso dei visitatori alla Rsa, riattivando le modalità alternative, quali telefonate e videochiamate. «Il virus viene da fuori e si è fatto furbo – commenta –. Anche se la situazione è fondamentalmente tranquilla è bene essere tempestivi nell’alzare le difese, visto il bollettino quotidiano che ci mette sotto gli occhi l’esplosione dei contagi». L’ultimo caso al Carisma si era registrato 20 mesi fa: «Ora le positività si contano sulle dita di due mani, tra 500 ospiti e 500 dipendenti. Ma non vorrei trovarmi con i casi decuplicati tra pochi giorni». A preoccupare non solo la salute degli anziani («Che oggi non hanno sintomi importanti e sono assistiti»), ma soprattutto il fronte dell’organico: «Se il personale positivo, seppur asintomatico, è costretto a casa, le strutture vanno in ginocchio». Il provvedimento dello stop ai contatti con l’esterno resterà in vigore «fino a nuova disposizione. Meglio non fare previsioni e vedere come vanno le cose. Chiedo la comprensione e la collaborazione dei familiari: invito loro e i dipendenti ad avere una massima cautela nei comportamenti», è l’appello di Lazzarini.

Le altre situazioni

Anche a Zogno e Laxolo la direzione ha concordato con i familiari la sospensione delle visite almeno fino all’Epifania, con una possibile proroga. «Nessuno ha sollevato obiezioni, è stata compresa la situazione», fa sapere Mario Belotti. La decisione è stata presa dopo la rilevazione di un paio di casi di positività, seppur asintomatici, «per tutelare al meglio tutti». Nonostante il 99,9% di vaccinati con terza dose e i tamponi antigenici a tutti tre volte la settimana, anche qui la nuova variante ha indotto a una stretta. «È discrezione del direttore sanitario-referente Covid, che ne è responsabile sia sotto il profilo civile sia sotto quello penale, valutare quale provvedimenti adottare – conferma Barbara Manzoni, presidente dell’associazione San Giuseppe che raggruppa le Rsa di ispirazione cattolica –, e proprio perché non ci sono direttive obbligatorie la situazione è a macchia di leopardo. Ma visto il dilagare di Omicron, con contagi più veloci e facili, è opportuno limitare temporaneamente i contatti con l’esterno. Alcune strutture, oltre a interrompere le visite dei parenti, hanno anche sospeso il ritorno a casa di alcuni ospiti per le festività natalizie». Anche Cesare Maffeis, presidente dell’Associazione case di riposo bergamasche non ha dubbi: «Anche se non è bello per i familiari, è il minimo che di fronte ai casi di positività i direttori sanitari decidano di sospendere le visite. La variante è estremamente infettante, anche se per ora senza grandi sintomi, e il diffondersi dei contagi tra i “nonni” e gli operatori porterebbe a una situazione di difficile gestione». D’accordo Fabrizio Ondei, alla guida di Uneba: «Se la curva epidemiologica va avanti così non esistono alternative. Alcune strutture – fa notare – hanno potenziato le misure di protezione, il distanziamento e le sanificazioni, ma non tutte hanno gli spazi adeguati per poter garantire questi standard». Si sofferma sulle conseguenze: «La somma delle positività tra ospiti, parenti e personale potrebbe generare difficoltà nella gestione del servizio». Del resto lui stesso è la prova di come in questo periodo la precauzione non sia mai troppa: «Ho preso il Covid nel marzo 2020 e ora, anche con la terza dose fatta, sono risultato di nuovo positivo. Sono in quarantena, nonostante sia asintomatico, con un lieve raffreddore». Oggi il tampone che potrebbe «liberarlo».

La Cgil

Orazio Amboni, responsabile Welfare della Cgil, invita però anche a non trascurare il lato psicologico dell’isolamento degli ospiti delle Rsa. «Capisco la paura che esplodano di nuovo i contagi e la prudenza per evitarli – interviene –: ma tra il chiudere tutto e l’aprire tutto, credo che ci possa essere una sana via di mezzo, con più controlli nelle entrate e nelle uscite e maggiore attenzione nei dispositivi di protezione. Non dimentichiamo il filo affettivo a cui è legata la vita delle persone anziane e fragili».

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