Acqua inquinata a Valleve: un anno e sette mesi all’ex sindaco

Il processo Nel 2017 si erano sentiti male una trentina di turisti. Il Pm aveva chiesto una condanna a 3 anni.

Per l’acqua inquinata che, tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018, aveva causato una trentina di malori tra i villeggianti della frazione Cambrembo, tra cui diversi bambini, mercoledì 22 giugno, l’ex sindaco di Valleve Santo Cattaneo è stato condannato a un anno, 7 mesi e 20 giorni.

Il giudice Bianca Maria Bianchi ha derubricato il reato: da avvelenamento di acqua si è passati al più tenue adulterazione e contraffazione di sostanze alimentari. L’ex primo cittadino è stato condannato a risarcire le parti civili, assistite dagli avvocati Simone Facchinetti e Giglio Tos, con 100mila euro.

Il pm Laura Cocucci nella scorsa udienza aveva chiesto una condanna a tre anni, sottolineando la negligenza di Cattaneo. Il difensore Enrico Pelillo aveva invece invocato l’assoluzione, sostenendo che un paese di 130 anime ha a disposizione fondi limitati e che comunque l’allora sindaco, non appena venuto a conoscenza del problema, si era immediatamente attivato.

A spiegare in aula il possibile motivo dell’inquinamento era stato l’attuale sindaco di Valleve Gianfranco Lazzarini. Il quale aveva raccontato di come un vecchio impianto per lo smaltimento delle acque reflue, costruito a cavallo tra gli anni ‘70 e ‘80 per il comprensorio sciistico di San Simone e destinato a scaricare nella valletta vicino a Cambrembo, fosse stato murato con il cemento dopo la costruzione di un nuovo depuratore. Il manufatto si sarebbe però disgregato col passare degli anni, sempre secondo Lazzarini, causando lo sversamento di acque nere nell’acquedotto.

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