Un’antenna gigante sopra il lago: anche dal cielo si va «a caccia» di acqua

Sebino e Val Calepio. L’elicottero con la maxi antenna fa parte del progetto dell’Ufficio d’Ambito di Brescia per cercare nuove falde.

Un’enorme antenna circolare, appesa sotto ad un elicottero, a caccia di acqua: è lo strumento messo in campo dai cugini bresciani per cercare falde finora inutilizzate in vista della prossima stagione estiva che si preannuncia estremamente difficile dal punto di vista dell’approvvigionamento e della distribuzione di acqua potabile. L’Ufficio d’Ambito di Brescia ha siglato una convenzione con le società A2A Ciclo Idrico e Acque Bresciane, per collaborare a un progetto che porterà a indagare il sottosuolo bresciano come mai era stato tentato in precedenza.

Grazie alla tecnologia dalla danese Skytem, un elicottero trasporta una struttura di 20 metri x 30, una sorta di «antenna» che invia un segnale in grado di arrivare a 350 metri sottoterra e di ricevere il segnale corrispondente. Il segnale consiste in un campo elettromagnetico (senza alcun rischio per la salute umana e per la fauna, precisa una nota diffusa dalle società bresciane) la cui variazione nel tempo produce nel sottosuolo delle correnti elettriche a cui è associato un campo magnetico secondario che viene rilevato dallo strumento durante il volo. In sostanza è come se venissero realizzati sondaggi elettromagnetici a terra, con un passo di 20-25 metri. Ogni giorno l’elicottero percorre in media circa 150 km e nei giorni scorsi è stato avvistato anche tra la Val Calepio e il basso Sebino, zone di confine con la Franciacorta.

Sarà un gruppo di esperti a interpretare e processare le informazioni, per fornire un modello idrogeologico del sottosuolo bresciano. Fra gli obiettivi spicca quello di individuare falde o bacini sotterranei non ancora utilizzati per scopi idropotabili. «Possibili risorse idriche – precisa ancora la nota – tanto più preziose quanto più sta diventando tangibile l’effetto dei cambiamenti climatici anche nei nostri territori». Una volta ultimato lo studio, verranno concertate con gli enti eventuali azioni a tutela del suolo e delle risorse idriche.

Le informazioni verranno anche messe a disposizione della collettività. Il focus principale del lavoro, infatti, è sviluppare una base dati di informazioni digitali utili a salvaguardare acque sotterranee e sorgive.

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