Uccisa a 18 anni, i fiori a Costa Volpino per ricordare Sara: «Era altruista ed entusiasta per la patente imminente»

IL GIORNO DOPO. Un vaso di fiori è comparso nella mattinata di domenica 27 ottobre davanti all’androne della palazzina al civico 124 di via Nazionale a Costa Volpino, dove è stata ammazzata Sara Centelleghe. Un’amica: per noi era Sasso. La scuola al Piana, le amicizie, i sogni. «Mi ha scritto per il suo compleanno».

Un vaso di fiori è comparso questa mattina (domenica 27 ottobre) davanti all’androne della palazzina al civico 124 di via Nazionale a Costa Volpino, dove venerdì notte poco dopo l’1 è stata ammazzata Sara Centelleghe, 19 anni tra pochi giorni, uccisa con 11 colpi di forbici da un amico e vicino di casa di origine indiana, Jashan Deep Bashan, di professione magazziniere in un supermercato, anche lui 19 anni e qualche precedente legato alla droga quand’era ancora minorenne. Da sabato sera è in carcere in via Gleno a Bergamo, dopo aver confermato anche davanti al pm titolare del caso, Giampiero Golluccio, quanto aveva già ammesso, prima parzialmente e poi in maniera esaustiva, davanti ai carabinieri di Bergamo e Clusone. Quel che resta ancora poco chiaro è il movente del delitto, avvenuto mentre l’amica che si trovava in casa con Sara quando è stata uccisa era scesa a prendere da bere a un distributore automatico vicino alla palazzina e a fumare una sigaretta.

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I ricordi: la patente e il compleanno

Sono gli amici a ricorda però Sara Centelleghe: stava vivendo un periodo felice. «Sasso, perché noi la chiamavamo così, aveva fatto la prima guida l’altro giorno e mi aveva scritto su Whatsapp tutta contenta: “Ma sai che non è difficile come pensavo?”. Per noi guidare significa libertà, potersi spostare come si vuole. E poi era entusiasta per il suo imminente compleanno: l’ultima volta l’ho sentita alle tre del pomeriggio di venerdì. Mi ha scritto per dirmi che non sapeva dove organizzare la festa per i suoi 19 anni il prossimo 9 novembre». Nicole Novelli ha gli occhi gonfi di lacrime mentre ricorda l’amica uccisa.

«Eravamo in classe assieme all’Ivan Piana di Lovere fino all’anno scorso, poi io ho mollato – dice –: lei invece aveva continuato e ora aveva la media del 7,9. Era molto brava: tra le materie, non amava solo diritto. Poi era una ragazza tranquilla, stava praticamente sempre a casa. Altruista, generosa, non si tirava mai indietro per gli amici». Un legame molto forte era quello con l’amica che aveva ospitato in casa anche venerdì sera: «Si volevano davvero molto bene – prosegue Nicole, mostrando sullo smartphone una foto delle due amiche sorridenti in un locale –: l’amica, se avesse potuto o saputo, sarebbe morta lei al posto di Sara. Non riesco a immaginare il suo dolore immenso». Sara aveva avuto una relazione con un ragazzo che si era chiusa oltre un anno fa: quest’ultimo aveva ancora le chiavi dell’appartamento della ragazza e infatti ieri è stato a sua volta sentito nell’ambito delle indagini.

Poi c’era stata la frequentazione molto assidua, la scorsa estate, proprio con l’amica che era con lei l’altra sera e che frequenta un istituto musicale a Darfo Boario Terme. «Stringeva legami sempre molto forti – prosegue l’amica – ed era sempre sincera nei rapporti di amicizia o affetto».

Gli amici in via Nazionale

Qualche anno fa aveva avuto qualche problema a scuola, ma ne era uscita e ora se la cavava molto bene: frequentava il quinto anno all’istituto professionale di Lovere, indirizzo sociosanitario, ma il suo sogno era quello di diventare chirurgo estetico: «Teneva molto alla sua immagine e si curava davvero tanto, dai capelli alle unghie. Stavamo pesando anche a dove e come festeggiare Halloween. Non era la mia migliore amica, ma ci sentivamo molto spesso. Non aveva una compagnia con cui si vedeva: spesso ci trovavamo al “Lucignolo” di Lovere con qualche amico». In tutto questo, Sara aveva mai ricevuto minacce per qualcosa? «Assolutamente no – spiega l’amica –: non mi risulta proprio».

Ieri mattina in via Nazionale, sotto la casa di Sara, si sono concentrati tanti amici e conoscenti della diciottenne. E sono arrivati anche la mamma e il papà che, molto scossi, non hanno voluto rilasciare dichiarazioni su quanto accaduto alla figlia. Hanno seguito gli accertamenti dei carabinieri, da cui sono stati sentiti.

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