Truffato un cinese con false pratiche: 16 mesi all’ex tecnico comunale

Castelli Calepio. L’accusa: spillò 16mila euro per i permessi di una tettoia. Il legale: niente prove. Il gup: danno a immagine del Comune.

Avrebbe raggirato un cittadino di origini cinesi che s’era presentato in municipio per ottenere i permessi necessari a realizzare una tettoia per la sua abitazione, riuscendo a spillargli indebitamente 16.479 euro. Un geometra 58enne di Sarnico, all’epoca responsabile del servizio Lavori pubblici del Comune di Castelli Calepio, nelle scorse settimane è stato condannato in abbreviato a un anno e 4 mesi per truffa e falso materiale commesso dal pubblico ufficiale in atti pubblici.

Tutto era nato nel 2017 da una segnalazione che una dipendente comunale aveva inoltrato all’allora segretario comunale Nicola Muscari Tomajoli dopo aver notato anomalìe in una pratica edilizia. Il segretario presentava un esposto alla Procura e faceva partire l’iter per un provvedimento disciplinare che ha poi portato al licenziamento del 58enne. Si era così scoperto che l’uomo, approfittando del fatto che il cittadino cinese nulla sapeva in materia, aveva istruito un falso procedimento edilizio nell’Ufficio tecnico da lui diretto, nonostante della pratica dovesse occuparsi un altro ufficio, quello dell’Edilizia privata.

Per l’accusa, il geometra si sarebbe fatto consegnare somme in contanti per gli oneri, fornendo al cittadino cinese false ricevute di versamenti alla tesoreria comunale. Inoltre, avrebbe predisposto una finta istanza di permesso di costruire con la firma contraffatta di un collega geometra e avrebbe rilasciato all’utente un falso permesso a costruire con la firma fasulla del responsabile del settore Urbanistica. Il cittadino di origini cinesi pagava senza sospettare nulla e pensando che quello fosse l’iter da seguire.

Di diverso avviso il difensore Federico Riva che in udienza ha chiesto l’assoluzione e che ricorrerà in appello. Del falso, ha sostenuto il legale, non c’è la prova visto che non sono stati fatti accertamenti sulla grafia. E non sussistono elementi per ipotizzare la truffa, è la tesi difensiva, perché, visto che il cittadino sostiene di aver pagato in contanti, non c’è traccia del tragitto che ha fatto la somma incriminata.

Il gup Lucia Graziosi ha condannato il geometra a risarcire in via provvisionale la vittima con 10mila euro. Altrettanti li dovrà corrispondere al Comune, costituitosi parte civile con l’avvocato Corrado Maffi, per il danno di immagine patito. «La condotta dell’imputato – ha affermato in aula il procuratore del Comune – veniva, di fatto, eseguita e favorita grazie allo svolgimento delle funzioni pubbliche da parte del 58enne, i cui comportamenti illeciti risultavano, quindi, percepiti dall’opinione pubblica come immediatamente riferibili, oltre che al loro autore materiale, alla stessa istituzione cui egli apparteneva all’epoca, la quale perdeva inevitabilmente di prestigio e credibilità di fronte all’opinione pubblica».

© RIPRODUZIONE RISERVATA