Cronaca / Val Calepio e Sebino
Sabato 27 Febbraio 2021
Tavernola, il radar di Stromboli
punta il suo scanner sul Saresano
Frana, il sistema fotografa in tempo reale ogni deformazione del fronte. Se registrasse movimenti bruschi, scatterebbe immediatamente l’allarme.
Scenari e decisioni verranno dai dati trasmessi in tempo reale da questo «scanner» montato in zona ristorante Sirena a Tavernola e puntato sul fronte di frana. L’apparenza di un trabiccolo che si muove incessantemente avanti e indietro, è in verità un sistema ultra sofisticato, frutto di anni di ricerche, utilizzato per tenere d’occhio vulcani come lo Stromboli e maxi smottamenti, posato con finanziamento della Provincia di Bergamo, gestito e controllato dalla società Ellegi srl di Como, collegato 24 ore al giorno alla sala operativa della Protezione civile in Regione. Il nome tecnico - GBInSar LiSamobile - si traduce in un radar di terra che manda in tempo reale dati come una specie di Tac alla montagna. L’elaborazione di questi dati porterà a un modello, il modello porterà a scenari, gli scenari dovranno portare a decisioni. Sempre che ce ne sia il tempo: nel caso il radar fotografasse movimenti «bruschi» - rotolamenti di sassi, massi, macigni - di significativa rilevanza in base a parametri codificati, dalla sala regionale scatterebbe l’allarme, attivando protocolli di emergenza che si stanno completando di ora in ora ai tavoli tecnici allestiti dalle Prefetture.
Non è una novità l’arrivo di questo sistema di monitoraggio della frana tra circa 600 e circa 200 metri sul livello del mare ai piedi del monte Saresano e alle spalle del cementificio tra Vigolo e Tavernola: da anni viene infatti periodicamente affiancato all’apparato piazzato nell’area dell’ex miniera Ognoli dello stabilimento, composto da una quarantina di sensori - o mire - che rilevano i movimenti del fronte. Le «mire» sono paletti di ferro su cui sono montati poliedro di cristallo sintetico: si «mirano» uno con l’altro con un incrocio goniometrico, componendo una rete di rilevazioni che fotografa il comportamento della montagna e le sue eventuali deformazioni.
A questo sistema di sensori - una quarantina - che fanno della frana di Tavernola una delle più monitorate d’Italia, si affianca periodicamente anche il radar di terra. Che ora è stato installato a tempo indeterminato in un’area verde alla foce del torrente Rino. La decisione di aggiungerlo alle «mire» è dettata dal fatto che questo radar non solo dà registrazioni più precise di ogni micro e macro movimento, ma consente di arrivare a «modellare» la consistenza del fronte che si è messo in movimento. Un milione di metri cubi? Uno e mezzo? Due? Ci vorrà qualche giorno per saperlo. L’ampiezza del fronte, la sua profondità, il modello di movimento, se scivolamento o rotolamento, modelli che aprono scenari differenti non attualmente definibili nemmeno a grandi linee: se il fronte scivolasse, potrebbe scendere «linearmente» e planare sui terrazzamenti del versante o nell’area del cementificio. Se il fronte decidesse di rotolare, allora la sua discesa potrebbe essere più «scomposta» e quindi meno prevedibile: potrebbe «schizzare» con traiettorie non immaginabili, nel lago.
Tecnicamente il radar utilizza un sensore interferometrico basato sulla tecnica di radar ad apertura sintetica (Sar), simile a quelli utilizzati sui satelliti. In sostanza, fornisce misurazioni dell’area che tiene di mira in tempo reale, con precisione nelle misure, mediamente nell’ordine di 0,3-0,7 millimetri.
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