Sud Sudan, in fiamme l’ospedale di padre Omar: al via la gara di solidarietà

INCENDIO. Distrutti i reparti e gli impianti del presidio avviato dieci anni fa da Tonj Project nel Sud Sudan. L’appello del missionario di Rogno: servono 200mila euro.

Un incendio ha distrutto i reparti e gli impianti dell’ospedale in Sud Sudan avviato dieci anni fa dall’associazione Tonj Project: padre Omar Delasa, il salesiano di Rogno che ha promosso questa realtà, lancia ora un appello a quanti avevano contribuito alla sua realizzazione, e la gara di solidarietà sta già prendendo le mosse. «Generosamente abbiamo ricevuto – spiega il sacerdote dell’alto Sebino –, umilmente torniamo a chiedere aiuto a quanti vorranno darci una mano per superare questa grave emergenza che rischia di mettere in ginocchio il nostro ospedale».

Qualche giorno fa un cortocircuito all’impianto elettrico collegato a un impianto fotovoltaico ha distrutto un quarto dell’ospedale, che dispone di 40 posti letto, di una sala operatoria per gli interventi più urgenti, di una sala parto e di ambulatori dove vengono curate circa 150 persone ogni giorno. «A causa dell’incendio – spiega padre Delasa – l’ospedale è completamente fuori uso: non riusciamo a curare i malati, abbiamo dovuto dimettere le persone che erano ricoverate». In Sud Sudan «non esistono i vigili del fuoco – ricostruisce con amarezza e tristezza il salesiano di Rogno – per cui quando è scoppiato l’incendio la popolazione di Tonj si è prodigata per spegnerlo ma con i pochi mezzi a disposizione: qualche secchio, qualche canna dell’acqua collegata al pozzo, ma le fiamme hanno bruciato tutto quello che trovavano per quattro o cinque ore. In alcune sale il calore ha fatto esplodere i muri e senza la regolare fornitura di energia elettrica tutti i nostri macchinari sono fermi o sono stati gravemente danneggiati».

Le prime stime

Da una prima stima, per ricostruire tutto serviranno circa duecentomila euro e l’obiettivo è di riattivare i servizi ospedalieri di base entro Natale. «Tanti amici che in questi vent’anni sono stati a Tonj hanno già allertato conoscenti e sostenitori per aiutarci, ma certamente per noi questi non sono giorni facili. Chiunque vorrà donare, darà un contributo importante alla nostra missione».

Padre Omar era arrivato in Sud Sudan ormai venti di anni fa, quando ancora il Paese non esisteva: il Sud Sudan è stato riconosciuto soltanto nel 2011 e tre anni dopo il 26 luglio del 2014, l’associazione Tonj Project Onlus poteva tagliare il nastro dell’ospedale, costruito grazie al lavoro di decine di volontari bergamaschi scesi nelle estati precedenti nel paese africano per collaborare con padre Delasa: muratori, falegnami, elettricisti e carpentieri, chi con esperienza e chi a fare il bocia, hanno realizzato una struttura che in dieci anni ha assistito duecento mila persone.

L’ospedale, al cui interno lavorano una ventina di persone, già nell’inverno del 2019 era stato colpito da un incendio: in quel caso si era trattato di un rogo doloso e aveva provocato la morte di tre bambine. «Questa volta nessuno si è fatto male – conclude padre Omar Delasa –, ma dobbiamo di nuovo rimboccarci le maniche. Sono fiducioso che ce la faremo con il sostegno di tanti amici».

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