Silenzio e preghiere per l’addio a Sara Centelleghe: «La strada da seguire è l’amore» - Foto

I FUNERALI. Alle 15 di domenica 3 novembre le esequie della giovane bergamasca, uccisa a Costa Volpino una settimana fa dal suo vicino di casa. Durante l’omelia l’ultima preghiera è andata agli amici e compagni ma anche «all’assassino, perché tutti i malvagi e violenti si pentano si convertono e smettano di fare del male, cambino».

Il silenzio ha avvolto domenica pomeriggio 3 novembre la giornata dell’addio a Sara Centelleghe. Un silenzio pregno di domande per una morte tanto assurda e violenta. Le stesse domande che sono risuonate all’inizio dell’omelia pronunciata da monsignor Raffaele Maiolini, vicario episcopale per la cultura della diocesi di Brescia e coadiutore festivo a Costa Volpino: «Perché Sara è stata assassinata così, perché la sua giovane vita che stava per sbocciare è stata falciata in modo così orrendo? Perché con così tanta insensata e efferatezza? Come è possibile possa accadere anche qui tra noi, tra le nostre figlie e i nostri figli? Ma la risposta Signore - ha aggiunto - sta nell’ascolto. Sì prima di parlare bisogna ascoltare. Ascoltare ciò che tutto questo ci sta dicendo, perché la tentazione di riprendere la vita come niente fosse è fortissima».

«La strada è l’amore»

«La strada da seguire - ha aggiunto il sacerdote - è la tua parola ed è chiara: la strada è l’amore». Un amore che va oltre la sopraffazione e le minacce. Un amore «anche per noi stessi, senza cercare dannose scorciatoie - ha aggiunto monsignor Maiolini -. Avendo anche il coraggio di dire un netto no a ciò che ci ruba la vita».

Un appello anche a chi «spaccia e fa uso di droghe: non è questo il modo per tamponare il vuoto della vita. Queste sostanze allargano il buco, non lo tappano« ha detto ancora il celebrante

«Tutti i malvagi e violenti si pentano»

Nella enorme unica navata della modernissima chiesa di Sant’Antonio abate a Corti, gremita di gente e con tantissimi giovani, l’ultima preghiera che ha chiuso l’omelia è poi andata agli amici e compagni ma anche «all’assassino, perché tutti i malvagi e violenti si pentano si convertono e smettano di fare del male, cambino». Un appello anche a chi «spaccia e fa uso di droghe: non è questo il modo per tamponare il vuoto della vita. Queste sostanze allargano il buco, non lo tappano« ha detto ancora il celebrante.

Toccante il silenzio, di nuovo, che ha accompagnato l’uscita del feretro sul sagrato della chiesa tra due ali di folla e con mamma e papà a seguirlo, per poi avviarsi in auto fino al cimitero di Piano dove, dopo la preghiera, Sara è stata tumulata. Sul cancello del camposanto un unico grande striscione: «Ciao Sara» e una scritta blu a dire: «Le donne non si toccano».

Leggi anche

La tragica morte di Sara Centelleghe

L’omicidio è avvenuto nella notte tra venerdì 25 e sabato 26 ottobre a casa della studentessa via Nazionale a Costa Volpino. L’omicida, reo confesso, è un coetaneo della vittima, Jashan Deep Bashan, 19 anni, magazziniere in un supermercato, che viveva nello stesso complesso residenziale di Sara e che ora si trova nel carcere di Bergamo. Nell’interrogatorio non ha saputo spiegare le motivazioni del suo gesto.

Leggi anche

© RIPRODUZIONE RISERVATA