Schianto di Tavernola, il dolore di due paesi. Almeno 7 auto in zona: nessuno ha visto

La tragedia sulla Rivierasca. Conducenti e passeggeri dei mezzi ripresi fra le 2,30 e le 3 non si sono accorti dei due corpi a terra. «Elia era il saggio del gruppo». Lunedì il funerale.

Un incubo da cui è difficile svegliarsi. È quanto stanno vivendo le comunità di Tavernola e Vigolo travolte dalla morte di Elia Martinelli, il 23enne che nella notte tra venerdì 7 e sabato 8 ottobre si è schiantato contro un albero, mentre era in sella su una moto insieme al suo amico Fabio Bonomelli, di due anni più giovane. I suoi funerali saranno celebrati oggi (lunedì 10 ottobre) nel pomeriggio nella chiesa parrocchiale del paese, mentre Bonomelli, pur non essendo in pericolo di vita, è ricoverato al «Papa Giovanni XXIII» di Bergamo con fratture e lesioni multiple.

La salma di Elia è stata ricomposta nella piccola chiesa di Cambianica dove domenica sera si è tenuto un toccante momento di preghiera. Per tutto il giorno c’è stato un continuo via vai di amici e conoscenti. Fra loro l’amico d’infanzia Michele Trapletti: «Avevamo frequentato insieme le scuole medie, siamo stati amicissimi fino ai primi anni delle scuole superiori: giocavamo a calcio tutti e due, nella squadra del Tavernola. Non ci sono parole, per dire la tristezza che stiamo provando tutti noi coetanei… Elia era un ragazzo tranquillo, a modo, che quando uscivamo in compagnia non faceva mai lo spaccone o il gradasso, preferiva stare nelle retrovie, ma era il saggio del gruppo, aveva sempre la parola o la battuta pronta al momento giusto». Una classe, quella del 1999 di Tavernola, presa di mira dal dolore: già qualche anno fa aveva dovuto affrontare il lutto per la scomparsa di un altro coscritto, Mattia Bellini.

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La serata insieme

Ora c’è da dare un senso alla tragica morte di Elia Martinelli, al termine di una serata che il ventitreenne aveva trascorso con l’amico fraterno. Avevano cenato insieme in un locale del basso Sebino e poi avevano raggiunto la Sagra della castagna a Predore, dove erano rimasti fino a tarda sera. Dopo le 2, questo lo confermano diverse testimonianze, i due ragazzi avevano deciso di fare ritorno a casa: erano in giro con la moto di Fabio, una Ktm Duke comprata pochi mesi fa. Bisognerà però aspettare che sia lo stesso Fabio, quando si ricorderà, a dire chi fosse alla guida: sono stati visionati i filmati di alcune telecamere di videosorveglianza installate tra Predore e il rettilineo della Rivierasca dove i due sono finiti fuori strada, ma le immagini non hanno sciolto i dubbi.

La ricostruzione dell’incidente

Tuttavia è ragionevole pensare che alla guida ci fosse proprio Fabio, visto che la patente di Elia non sembrerebbe idonea al tipo di moto con cui i due erano in giro. Se così fosse, il ventunenne di Tavernola rischia un’incriminazione per omicidio stradale, ma sono in tanti a pensare che per ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente servano ulteriori approfondimenti. In quel rettilineo di Predore è praticamente impossibile perdere il controllo di una moto a meno che non ci sia stato qualche guasto oppure, per un motivo ancora sconosciuto, sia coinvolto un altro veicolo. Le telecamere hanno ripreso il passaggio di almeno sette auto fra le 2,30 e le 3: dei loro conducenti e passeggeri, nessuno si è accorto dei corpi dei due ragazzi a terra, avvistati pochi minuti dopo le 3 da due carabinieri di Tavernola in servizio di pattuglia.

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«Elia e Fabio erano due grandi amici – conclude Romina Pezzotti, cugina dei genitori di Elia Martinelli, il papà Tullio e la mamma Sabrina Pezzotti – e Tavernola e Vigolo (paese d’origine del papà della vittima, ndr) stanno vivendo un incubo. Nella loro casa sono ore di angoscia e disperazione, e in tanti stanno cercando di portare conforto ai fratelli Daniele e Federico, ma non so come i nostri paesi riusciranno ad affrontare questo enorme dolore».

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