«Sara, come un girasole». La veglia di preghiera a Costa Volpino

IL LUTTO. Amici e parenti, in tantissimi alla veglia per Sara Centelleghe. Domenica 3 novembre l’ultimo saluto.

La sala piena, gli amici in piedi e con gli occhi rossi, le preghiere recitate a voce bassa e commossa. La veglia funebre per Sara Centelleghe di sabato 2 novembre ha confermato che la sua uccisione ha scioccato tutto l’alto Sebino, e non solo. La camera ardente, allestita nell’auditorium comunale di Costa Volpino, è stata visitata da tante persone che non la conoscevano direttamente ma che sono rimaste sconvolte per quanto accaduto. «Sono una mamma – ha raccontato una di loro – e mi fa paura il pensiero che le mie figlie neppure in casa nostra siano al sicuro. Siamo qui per farci un po’ di coraggio». «Pensavamo che certe cose succedessero lontano dai nostri paesi – aggiunge un papà di Pisogne – e invece è capitato qua e questo ci deve far riflettere: vuol dire che c’è qualcosa che non funziona più e che noi adulti non siamo più in grado di comprendere».

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Sara, come un girasole: «Cercava il sole e la luce, sempre»

Alla veglia funebre i due parroci delle varie parrocchie di Costa Volpino, don Mario Laini e don Raffaele Alberti, hanno cercato di portare conforto attraverso le parole alla mamma Marilisa e al papà Vittorio, alle nonne e agli altri familiari: «La dura realtà della morte sconvolge sempre, tanto più quando accade così presto e in modo troppo violento. Sappiamo che le nostro parole sono povere parole e che non sanno rispondere ai tanti “perché” che affiorano in queste ore di dolore». Poi, nel commentare le sacre scritture, don Laini ha preso spunto da alcuni elementi presenti nella camera ardente: la forma della croce posta alle spalle della bara «ricorda due mani che si aprono verso il cielo, verso la vita» mentre «Sara era simile ai girasoli, i suoi fiori preferiti: cercava il sole e la luce, sempre». Domenica 3 novembre i funerali, nella chiesa parrocchiale di Corti.

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