«Rosangela insegnava ai ragazzi a camminare con le proprie gambe»

IL RICORDO. A Chiuduno in tantissimi hanno visitato la camera ardente della fondatrice di «Comunità Emmaus». Giovedì 2 gennaio alle 15 i funerali ad Arcene.

Mettersi al fianco di chi ha bisogno, camminare insieme alle persone in difficoltà, intercettarne le fragilità e costruire relazioni che, con il tempo, permettano di ritrovare la speranza. È l’obiettivo che fin dagli albori – era il 1976 – si è data l’associazione Comunità Emmaus. Ed è l’obiettivo al quale ha sempre lavorato Rosangela Abbiati, educatrice appassionata, anima della casa di accoglienza della cooperativa Comunità Emmaus, con sede a Chiuduno. Dopo aver lottato con la malattia, che non le ha mai strappato il sorriso dalle labbra, Rosangela si è spenta a 73 anni dopo una vita spesa nell’aiutare concretamente i tanti ragazzi caduti nella trappola della tossicodipendenza e poi vittime dell’Aids.

«Accompagnava i ragazzi per il tempo necessario, ma sapeva costruire legami belli e duraturi nel tempo – dice Paolo Meli, presidente della cooperativa Don Giuseppe Monticelli –, e lo abbiamo visto anche in questi giorni. Rosangela era una presenza importante e, grazie alle sue capacità relazionali, sapeva far sentire ciascun ragazzo “visto”»

Vita comunitaria

«Rosangela sapeva essere presente nella quotidianità delle persone, partendo da una forte esperienza di vita comunitaria», la ricorda Marco Tognola, originario di Lovere e chiudunese d’adozione, impegnato all’interno della Comunità Emmaus. Acuta e pacata educatrice, Abbiati sapeva tenere a bada i giovani più spavaldi e al tempo stesso rassicurare quelli più spaesati. «Accompagnava i ragazzi per il tempo necessario, ma sapeva costruire legami belli e duraturi nel tempo – dice Paolo Meli, presidente della cooperativa Don Giuseppe Monticelli –, e lo abbiamo visto anche in questi giorni. Rosangela era una presenza importante e, grazie alle sue capacità relazionali, sapeva far sentire ciascun ragazzo “visto”». Giovedì 2 gennaio alle 15 i funerali, nella chiesa di Arcene.

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