Prima i sub e poi il dragaggio per ripulire il lago d’Iseo dalla gomma

SEBINO. La soluzione proposta da una ditta di Ferrara scelta dall’Autorità di bacino per risolvere l’inquinamento. Serviranno 3,3 milioni. Da quest’anno in funzione le due motonavi elettriche.

Ultimi atti per l’attuale gestione dell’Autorità di bacino, che con la fine dell’anno dovrà rinnovare il consiglio di amministrazione ed eleggere il nuovo presidente. Alla presenza dei rappresentanti dei Comuni del Sebino, del lago di Endine e del lago Moro, il presidente uscente dell’ente sovracomunale, il sindaco di Marone Alessio Rinaldi, ha tracciato un bilancio di quanto fatto nei cinque anni di mandato.

Tra gli obiettivi di maggior rilievo non solo l’aver appaltato i lavori, per altro proprio in questi giorni, per la mitigazione del rischio frana sul monte Saresano tra Tavernola e Vigolo, per una spesa complessiva (tra opere, progettazione e studi preliminari) di 16 milioni e mezzo di euro ottenuti a fondo perduto da Regione e Ministero, ma anche l’aver ottenuto un quadro completo e puntuale per poter far fronte, nel prossimo futuro, alla questione legata alle due montagne di gomma sommersa ai piedi del Corno tra Tavernola e Predore.

«Siamo voluti diventare sempre di più l’ente catalizzatore delle problematiche del lago, aprendoci anche a questioni, sollevate e molto sentite dai comuni, relative all’ambiente, che non sono propriamente di competenza dell’Autorità di bacino – sottolinea Rinaldi –, che ordinariamente si occupa di manutenzione e gestione del demanio, riscossione dei canoni sui 1.685 posti barca e relativamente alle 521 concessioni demaniali rilasciate, e del trasporto pubblico sul lago attraverso la società partecipata Navigazione lago d’Iseo».

«Verranno consegnate a metà ottobre le due motonavi a propulsione completamente elettrica»

È a proposito del trasporto via acqua che l’Autorità di bacino a breve riuscirà a vedere concretizzato uno dei più grandi progetti messi in campo in questi ultimi anni: «Verranno consegnate a metà ottobre le due motonavi a propulsione completamente elettrica in fase di ultimazione nei cantieri di Stralsund, in Germania, per le quali siamo riusciti a ottenere quasi dieci milioni di euro – prosegue -. Il tempo di allestirle e per la prossima primavera saranno in funzione per il trasporto passeggeri».

Sempre in ambito ambientale il presidente uscente ha ricordato l’impegno per l’intervento di pulizia del canneto delle Lamette a Clusane d’Iseo, liberato da quintali di plastica, e i risultati positivi ottenuti tramite il progetto pilota di sfalcio delle macrofite, che lo scorso anno hanno impegnato non poco gli operatori della società Manutenzione e promozione laghi, alle prese anche con le piene dell’Oglio: nel 2023 sono state raccolte e smaltite 2.232 tonnellate di ramaglie, legname flottante e alghe. Ma la novità più importante emersa dall’assemblea di fine mandato di Rinaldi è stato il risultato dello studio di fattibilità tecnica ed economica commissionato per capire come e quanto costerà risolvere il problema della «gomma sommersa» ai piedi del Corno di Tavernola.

«Il prossimo Cda avrà il compito di proseguire nell’importante realizzazione di questo intervento ambientale, per il quale serviranno 3,3 milioni di euro.

«Grazie allo studio di fattibilità abbiamo individuato i costi reali per andare a raccogliere, rimuovere e smaltire gli scarti di gomma, guarnizioni e lavorazioni industriali plastiche che da tempo giacciono sul fondo del lago – conclude Rinaldi –. Il prossimo Cda avrà il compito di proseguire nell’importante realizzazione di questo intervento ambientale, per il quale serviranno 3,3 milioni di euro». Stando alla relazione, finanziata da Regione Lombardia nell’ambito di un articolato piano di indagine ambientale da 85mila euro, diverse sono le soluzioni vagliate dai tecnici anche su suggerimento dell’Arpa, che aveva evidenziato la presenza, nei campioni di acqua e di gomma prelevati, di alcune sostanze nocive per l’ecosistema e la salute.

Due interventi

Tra tutte è stata scelta quella dello studio «Thetis Costruzioni Srl» di Bondeno, in provincia di Ferrara, che propone di combinare due interventi: in una prima fase di consiglia di far scendere tra i 10 e i 50 metri di profondità alcuni operatori tecnici subacquei (Ots), che si occuperanno di prelevare manualmente i rifiuti in gomma da smaltire, inserirli all’interno di contenitori stagni che poi verranno chiusi e riportati a bordo di pontoni e chiatte galleggianti.

Durante la seconda fase, invece, «gli Ots saranno affiancati da una sorbona (una apposita pompa per il dragaggio, utilizzata anche nell’archeologia subacquea, che funziona per mezzo di una depressione creata artificialmente con dell’aria all’interno di una tubazione) con la quale potranno prelevare il materiale più fine – si legge nella relazione -. In questa seconda fase i rifiuti prodotti saranno prevalentemente liquidi e saranno trattati sul posto o inviati a un impianto di trattamento idoneo».

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