Cronaca / Val Calepio e Sebino
Martedì 30 Agosto 2022
Paura per un boato a Tavernola: allarme frana, ma il Saresano è «fermo»
Gli abitanti hanno segnalato un boato e una caduta massi. I sensori che monitorano l’area non hanno rilevato movimenti importanti.
Paura nel medio lago lunedì per un allarme frana sul monte Saresano, da tempo sotto controllo dopo i forti movimenti a inizio dello scorso anno, che hanno fatto scattare anche un maxi piano di Protezione civile per tutto il lago.
L’allarme è poi rientrato dopo i primi sopralluoghi e dopo che gli strumenti del Centro di monitoraggio dell’Arpa di Sondrio non hanno rilevato movimenti anomali. Tira un sospiro di sollievo il sindaco di Tavernola, Ioris Pezzotti, a cui ieri il collega di Vigolo, Gabriele Gori, ha girato le segnalazioni di due residenti della zona delle Squadre di «un forte rumore di massi che franavano in direzione frana Saresano e a uno smottamento nel bosco».
«Erano le otto, stavo preparando il caffè, quando ho avvertito uno smottamento. Ho messo la testa fuori e ho visto in linea d’aria sopra la mia abitazione in zona vecchio acquedotto muoversi nel bosco gli alberi. Non ho visto fin dove sono rotolati i sassi che pian piano si sono fermati» ha riferito con un audio al sindaco Gori, Felix Consoli, preoccupata dal fortissimo rumore. Identica segnalazione scritta da parte di Tiziano Frugoni che suggerisce «sia il caso di allertare qualcuno per verificare cosa sta succedendo».
Immediato l’intervento del sindaco di Tavernola che ha comunicato subito l’accaduto al dirigente del centro di monitoraggio di Sondrio, Luca Dei Cas. «In zona sono intervenuti i tecnici dell’Arpa che tuttavia non sono riusciti a raggiungere il luogo dell’evento a causa della fitta vegetazione. Sono intervenuti nonostante gli strumenti dell’Arpa collegati ai sensori posti sulla frana non avessero rilevato anomalie di sorta. Sull’apice della frana si è recato anche il consigliere tavernolese delegato al territorio, Romeo Lazzaroni, che non ha rilevato nulla di significativo. Aggiunge Pezzotti: «L’ipotesi più accreditata dal dirigente di Sondrio è che la pioggia di domenica notte possa aver fatto scivolare dei sassi trattenuti dal fitto bosco in quanto sulla provinciale 78 non è precipitato alcun materiale».
Il pluviografo del cementificio alle due di notte segnalava 29 millimetri di pioggia. «Sono tanti se caduti in dieci minuti e non nell’arco di un’ora, pertanto potrebbe essere plausibile lo smottamento» conclude il sindaco. Sembra dunque, ad un primo esame, che lo scivolamento di materiale roccioso possa essere annoverato tra i fenomeni che coinvolgono le falesie del Sebino e che comunque riguarda interamente il territorio di Vigolo. «Il nostro livello di attenzione e di preoccupazione resta sempre e comunque alto» dichiara Pezzotti.
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