Cronaca / Val Calepio e Sebino
Domenica 14 Marzo 2021
Parzanica resta a via unica
«Il raccordo non è sicuro»
Frana, quattro ipotesi per uscire dalle tre settimane
di isolamento. Il sindaco di Tavernola: il problema non va sottovalutato.
Da tre settimane la comunità di Parzanica è isolata, collegata al resto del mondo solo tramite una strada agrosilvopastorale asfaltata a tempo di record e un’altra di ripiego, la mulattiera di Portirone; la sponda bergamasca del Lago d’Iseo è tagliata a metà; il collegamento tra Vigolo e Parzanica, a pochi chilometri di distanza, è impedito da pesanti newjersey in cemento armato che delimitano il tratto in cui sono formate spaccature e crepe larghe più di 15 centimetri; la strada tra Tavernola e Parzanica, chiamata «raccordo», è completamente chiusa dalla sera di lunedì 22 febbraio. In questo quadro a tinte fosche, novità positive potrebbero arrivare entro metà settimana.
Le autorità sono quindi al lavoro su quattro fronti. Per la rivierasca (provinciale 469), interrotta fra Portirone di Parzanica e il cementificio di Tavernola, considerato il rallentamento della frana del Monte Saresano (due milioni e 150 mila metri cubi di materiale che si stanno muovendo ad una media di 5 millimetri al giorno contro i 26 di due settimane fa), la strada potrebbe essere riaperta almeno in determinate fasce orarie e con il supporto di semafori pronti a scattare nel caso in cui la frana dovesse riprendere velocità. A sostenere tale ipotesi è la task force che da giorni monitora l’evoluzione della frana.
Strada e responsabilità
Il secondo fronte, il più delicato, riguarda il «raccordo comunale» cioè la strada che si stacca dalla rivierasca a Tavernola e conduce in pochi minuti all’imbocco della nuova strada per Parzanica. Si tratta di un collegamento la cui competenza è di Tavernola, quindi la responsabilità è del sindaco Joris Pezzotti e per lui oggi non ci sono le condizioni per riaprirlo: «La mia non vuol essere una chiusura nei confronti di Parzanica delle cui difficoltà ci rendiamo ben conto. Se la situazione dovesse migliorare dal punto di vista della sicurezza, sono pronto ad assumermi la responsabilità dell’apertura al transito. Ho ribadito l’esigenza di risorse umane per vigilare, impianti semaforici in grado di far scattare la chiusura immediata del transito e l’installazione di barriere paramassi nei punti più delicati. Esigenza condivisa da tutto il team e questo mi ha rincuorato. Non voglio passare per allarmista, ma neppure per chi sottovaluta la complessità del problema».
Sperava invece in una riapertura a breve del raccordo Battista Cristinelli, sindaco di Parzanica: «Confesso che sono un po’ deluso ma se mi dicono che il traguardo non è tanto lontano, chiederò alla mia comunità di avere ancora un po’ di pazienza». I residenti di Parzanica infatti, e qui si apre il terzo fronte, possono usare la strada agrisilvopastorale del Colderone asfaltata a tempo di record dall’impresa Giudici di Rogno su incarico della Comunità montana laghi bergamaschi che ha speso 160 mila euro, di cui 100 mila erogati in via d’urgenza dalla Regione. La strada allunga i tempi di percorrenza (45 minuti invece che i 15 del raccordo) ed è una soluzione d’emergenza e provvisoria. Lo stesso Cristinelli ha emesso un’ordinanza che vieta il transito ai mezzi con massa superiore ai 70 quintali: oltre a deformare il fondo appena asfaltato, i mezzi pesanti rischiano di restare incastrati o, peggio, di finire fuori strada, con conseguenze difficilmente immaginabili. Nei giorni scorsi è stato avvistato un camion freezer: «Meglio evitare – conlcude Cristinelli - cerchiamo di resistere ancora qualche giorno».
Più lontana la riapertura del collegamento tra Vigolo e Parzanica, la strada provinciale 78, quarto fronte della viabilità interessata dalla frana: le crepe larghe più di 15 centimetri nei pressi della località Squadre lasciano immaginare che la sua messa in sicurezza richiederà tempi lunghi.
Nonostante le difficoltà ieri Coldiretti Bergamo ha fatto arrivare a Parzanica un carico di fieno per gli allevatori che in difficoltà ad approvvigionarsi di foraggio per il bestiame. Si replica oggi per un totale di 19 quintali
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