Ottavia non si ferma: «Proseguirò a esplorare l’Abisso di Fonteno»

LA STORIA. La speleologa 31enne era rimasta ferita durante un’escursione. «Grazie a chi mi ha soccorso non ho mai dubitato che mi avrebbero fatta uscire da lì». Dopo 48 ore.

«Ho ancora un paio di settimane con le stampelle, ma non vedo l’ora di tornare alle montagne, alle grotte e di proseguire l’esplorazione del giorno dell’incidente». È stata operata al piatto tibiale, ma sta bene ed è pronta a tornare in grotta Ottavia Piana, la 31enne speleologa di Adro rimasta coinvolta domenica 2 luglio in un incidente nell’Abisso Bueno Fonteno e portata in salvo dai soccorritori nella tarda mattinata di martedì, due giorni dopo.

Responsabile del corso

Sarà lei, insieme a Maurizio Finazzi, la responsabile del XXXVIICorso d’introduzione del corso di speleologia in programma a settembre e ottobre, organizzato dalla sezione di Lovere del Club alpini italiano e dallo Speleo Cai di Lovere e già in calendario prima dell’incidente. «Lo consiglio a chiunque voglia vedere cosa c’è sotto i nostri piedi, a chi non si accontenta della vetta vuole vedere la natura in una veste diversa – spiega Ottavia -. Si conosce qualcosa di nuovo, ci si diverte e si possono superare i propri limiti mentali, scoprendo che anche un ambiente impervio, buio e umido, che non è poi così ostile».

E ostile, a sentirla raccontarsi, non lo è stato nemmeno con lei in quelle ore in attesa dei soccorsi: «Non ho mai dubitato che mi avrebbero tirata fuori – continua -. Ero consapevole del tempo che ci sarebbe voluto e non avevo nulla di grave. Ero però preoccupata che dovessero intervenire sull’ambiente con tecniche di disostruzione per far passare la barella. A volte è necessario, ma mi sarebbe dispiaciuto. Fortunatamente non è stato così».

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L’incidente

Speleologa e istruttrice del Cai Lovere, esperta e qualificata, Ottavia era scesa nell’Abisso per un’esplorazione programmata insieme a Gianluca Perucchini, Alessandro Monaci e Nicola Belotti. Quando si è verificato l’incidente, nel tratto chiamato «Spalmer» a circa due ore e mezzo dall’uscita dalla grotta, i quattro stavano risalendo per esplorare un punto più alto. Per farlo vengono inseriti dei tasselli nelle rocce. Uno si è staccato e Ottavia è caduta, urtando uno sperone di roccia sporgente che le ha causato la frattura alla tibia, impedendole di uscire dalla grotta con le sue gambe.

Da lì è scattata la catena dei soccorsi: «Vorrei ringraziare i soccorritori per tutta la dolcezza, umanità e affetto che hanno saputo trasmettermi loro con la loro presenza, con qualche battuta e con le tante premure che mi hanno riservato. Anche quando ero tra sconosciuti, chiusa nella barella, in ogni singolo istante, mi sono sentita a casa».

I ringraziamenti

Ringraziamenti che condivide con l’associazione Progetto Sebino e lo Speleo Cai Lovere, i cui presidenti, Claudio Forcella e Maurizio Finazzi, hanno ringraziano gli speleo del soccorso alpino di Trentino Alto Adige, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte, ma anche il Comune e la protezione civile di Fonteno, i vigili del fuoco, il distretto Bergamo est di Ats, Areu Lombardia e la rivista Scintilena «per l’eccellente lavoro svolto e aver soccorso e recuperato Ottavia».

«Ma è davvero difficile sintetizzare i ringraziamenti – conclude la giovane speleologa -. Sono stati tanti momenti e tante persone che hanno fatto veramente tutto quanto in loro potere per aiutarmi».

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