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Cronaca / Val Calepio e Sebino
Lunedì 24 Luglio 2023
Ottavia non si ferma: «Proseguirò a esplorare l’Abisso di Fonteno»
LA STORIA. La speleologa 31enne era rimasta ferita durante un’escursione. «Grazie a chi mi ha soccorso non ho mai dubitato che mi avrebbero fatta uscire da lì». Dopo 48 ore.
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«Ho ancora un paio di settimane con le stampelle, ma non vedo l’ora di tornare alle montagne, alle grotte e di proseguire l’esplorazione del giorno dell’incidente». È stata operata al piatto tibiale, ma sta bene ed è pronta a tornare in grotta Ottavia Piana, la 31enne speleologa di Adro rimasta coinvolta domenica 2 luglio in un incidente nell’Abisso Bueno Fonteno e portata in salvo dai soccorritori nella tarda mattinata di martedì, due giorni dopo.
Responsabile del corso
Sarà lei, insieme a Maurizio Finazzi, la responsabile del XXXVIICorso d’introduzione del corso di speleologia in programma a settembre e ottobre, organizzato dalla sezione di Lovere del Club alpini italiano e dallo Speleo Cai di Lovere e già in calendario prima dell’incidente. «Lo consiglio a chiunque voglia vedere cosa c’è sotto i nostri piedi, a chi non si accontenta della vetta vuole vedere la natura in una veste diversa – spiega Ottavia -. Si conosce qualcosa di nuovo, ci si diverte e si possono superare i propri limiti mentali, scoprendo che anche un ambiente impervio, buio e umido, che non è poi così ostile».
E ostile, a sentirla raccontarsi, non lo è stato nemmeno con lei in quelle ore in attesa dei soccorsi: «Non ho mai dubitato che mi avrebbero tirata fuori – continua -. Ero consapevole del tempo che ci sarebbe voluto e non avevo nulla di grave. Ero però preoccupata che dovessero intervenire sull’ambiente con tecniche di disostruzione per far passare la barella. A volte è necessario, ma mi sarebbe dispiaciuto. Fortunatamente non è stato così».
L’incidente
Speleologa e istruttrice del Cai Lovere, esperta e qualificata, Ottavia era scesa nell’Abisso per un’esplorazione programmata insieme a Gianluca Perucchini, Alessandro Monaci e Nicola Belotti. Quando si è verificato l’incidente, nel tratto chiamato «Spalmer» a circa due ore e mezzo dall’uscita dalla grotta, i quattro stavano risalendo per esplorare un punto più alto. Per farlo vengono inseriti dei tasselli nelle rocce. Uno si è staccato e Ottavia è caduta, urtando uno sperone di roccia sporgente che le ha causato la frattura alla tibia, impedendole di uscire dalla grotta con le sue gambe.
Da lì è scattata la catena dei soccorsi: «Vorrei ringraziare i soccorritori per tutta la dolcezza, umanità e affetto che hanno saputo trasmettermi loro con la loro presenza, con qualche battuta e con le tante premure che mi hanno riservato. Anche quando ero tra sconosciuti, chiusa nella barella, in ogni singolo istante, mi sono sentita a casa».
I ringraziamenti
Ringraziamenti che condivide con l’associazione Progetto Sebino e lo Speleo Cai Lovere, i cui presidenti, Claudio Forcella e Maurizio Finazzi, hanno ringraziano gli speleo del soccorso alpino di Trentino Alto Adige, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte, ma anche il Comune e la protezione civile di Fonteno, i vigili del fuoco, il distretto Bergamo est di Ats, Areu Lombardia e la rivista Scintilena «per l’eccellente lavoro svolto e aver soccorso e recuperato Ottavia».
«Ma è davvero difficile sintetizzare i ringraziamenti – conclude la giovane speleologa -. Sono stati tanti momenti e tante persone che hanno fatto veramente tutto quanto in loro potere per aiutarmi».
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