Ottant’anni fa l’eccidio dei partigiani: Lovere rilegge i taccuini di Ivan Piana

L’ANNIVERSARIO. Sabato 16 e domenica 17 le celebrazioni per ricordare l’eccidio dei 13 partigiani il 22 dicembre 1943. I ragazzi dell’istituto superiore che porta il nome del loro coetaneo ucciso hanno approfondito i suoi scritti.

Sono passati quasi 80 anni dalla mattina del 22 dicembre 1943, quando a Lovere i fascisti della Repubblica Sociale misero in atto una rappresaglia contro le prime manifestazioni della guerra di resistenza e di liberazione: fucilarono tredici partigiani per vendicarsi dell’uccisione, il 29 novembre precedente, del podestà Paolo Rosa e del segretario del fascio di Lovere Giuseppe Cortesi.

Le azioni partigiane

Il notaio Rosa fu ucciso dai partigiani che lo aspettavano lungo la strada che collega Sellere a Poltragno in un episodio tuttora poco chiaro, mentre Cortesi venne assassinato durante un colpo all’Ilva, primo episodio della resistenza bergamasca. «In quella azione – ricostruisce Elisabetta Ruffini, direttore dell’Istituto bergamasco per la storia della resistenza e dell’età contemporanea Isrec) – si condensa tutto ciò che si stava vivendo in quei mesi nelle vallate alpine dopo il crollo del regime: per quei primi partigiani era importante far sentire che la Resistenza si stava organizzando, e dovevano sentirlo i nemici e la popolazione».

La rappresaglia

Il 7 dicembre scatta la rappresaglia: tra l’Alto Sebino e la Val Calepio vengono fermati Francesco Bessi, Giulio Buffoli Salvatore Conti, Andrea Guizzetti, Eraldo Locardi, Vittorio Lorenzini, Guglielmo Macario, Giovanni Moioli, Luca Nitckisc, Ivan Piana, Giuseppe Ravelli, Mario Tognetti e Giovanni Vender; avevano fra i 17 e i 41 anni. Vengono portati nella prigione che allora si trovava nella piazza del porto di Lovere e poi trasferiti in carcere a Bergamo dove rimangono fino alla mattina del 22 dicembre, quando vengono caricati sui camion, fatti sedere sulle loro bare e portati a Lovere per essere uccisi. Sette di loro vengono fucilati in Poltragno, nello stesso punto dove morì il notaio Rosa, altri sei al muro di un magazzino dove oggi si trova la caserma dei carabinieri. Le loro salme vennero poi riportate a Bergamo per essere tumulate in città; torneranno a Lovere soltanto dopo la Liberazione e saranno collocate al cimitero con il loro monumento. Qui domenica 17 dicembre si svolgerà la cerimonia istituzionale in loro ricordo.

L’Anpi e il valore della pace

Spiega Mauro Magistrati, presidente dell’Anpi provinciale: «Le commemorazioni degli eccidi partigiani sono come sempre occasioni in cui ribadire la necessità di difendere la Costituzione nata dall’antifascismo attraverso il ricordo di chi è morto per garantire a noi tutti libertà e delle loro coraggiose azioni di Resistenza. E oggi, sempre più, vogliamo ribadire anche il valore della pace come elemento fondante e imprescindibile della nostra vita democratica».

Gli scritti di Ivan Piana

Sabato 16 dicembre il ricordo dei Tredici martiri inizierà con la presentazione al pubblico dei diari di Ivan Piana: i suoi taccuini sono stati donati alla biblioteca di Lovere e sono stati al centro di un lungo lavoro di lettura e approfondimento che ha coinvolto i ragazzi dell’istituto superiore che porta il nome di quel giovane morto ottanta anni fa. «Leggendo quelle pagine – racconta il sindaco Alex Pennacchio – i nostri giovani hanno trovato diversi punti di contatto perché, uscendo da una rappresentazione stereotipata, rivela il coraggio e la responsabilità di un giovane che scelse di andare con i partigiani dopo non essere stato ammesso alla scuola militare della Repubblica sociale. Emergono fragilità e debolezze che lo avvicinano ancora di più ai nostri giorni». I diari di Ivan Piana verranno presentati domani mattina alle 10,30 in biblioteca ai ragazzi delle scuole e alle 17 in municipio a tutta la cittadinanza.

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