Nella tripletta dei Fusari c’è solidarietà nel sangue

La storia Una donazione congiunta per Silvano e i figli Luca e Matteo.

Uniti dal sangue e dalla generosità di un dono che significa vita. Tre «Fusari uno, Fusari due e Fusari tre». È l’insolita chiamata fatta nei giorni scorsi dal personale sanitario del centro trasfusionale Avis all’ospedale di Lovere: in sala d’attesa c’era Silvano Fusari con i figli Luca e Matteo, 24 e 18 anni, tutti e tre donatori di sangue. Arrivato il loro turno, si sono alzati contemporaneamente dai propri posti e hanno raggiunto le poltrone per la donazione: fatte le verifiche del caso, le loro braccia hanno iniziato a pompare 450 grammi di sangue ciascuno, insacchettati e spediti a Bergamo pronti per essere utilizzati.

«Diciamo – racconta il padre, che per trent’anni è stato vice presidente vicario della sezione Avis di Lovere – che la chiamata ha incuriosito e molto gli infermieri presenti. A noi ha fatto piacere compiere tutti insieme questo gesto di generosità: per Matteo era anche la prima donazione».

Tra l’altro Luca e Matteo hanno un gruppo sanguigno raro e il loro gesto ha assunto per questa ragione ulteriore valenza. La donazione dei tre Fusari rappresenta bene il passaggio generazionale che consente all’Avis di continuare a svolgere le proprie attività ed essere un punto di riferimento per chiunque voglia donare il proprio sangue in maniera gratuita e anonima, ma sapendo di fare del bene.

Scorte di sangue

«Oggi uno dei problemi dell’Avis – aggiunge Silvano Fusari – è proprio il ricambio generazionale: tutte le sezioni dell’associazione sono impegnate nel promuovere questo gesto che può aiutare nel concreto le persone in difficoltà. Pensiamo a quanto accaduto durante il Covid, pensiamo a cosa può voler dire se gli ospedali ucraini potessero contare su scorte di sangue adeguate».

«Pensiamo a quanto accaduto durante il Covid, pensiamo a cosa può voler dire se gli ospedali ucraini potessero contare su scorte di sangue adeguate»

Il centro trasfusionale dell’Avis di Lovere è il punto di riferimento per un migliaio di iscritti a questa sezione, ma nell’alto Sebino (Fusari father&sons sono di Riva di Solto) sono presenti anche altre realtà: anche il gruppo di Castro si appoggia all’ospedale di Lovere, mentre l’Avis di Sovere e quello di Bossico portano i loro volontari per l’appuntamento tradizionale della donazione «collettiva» al centro trasfusionale di Clusone all’interno dell’ex ospedale.

L’appello ai giovani

«Tutte queste realtà – conclude Fusari – hanno una lunga tradizione alla spalle, e nel corso del tempo hanno dovuto adattarsi alle nuove e più severe regole per la raccolta del sangue ma si sono sempre rinnovate. L’augurio è che ci siano sempre altri ragazzi in grado di capire quanto sia importante compiere questo gesto».

Il sangue intero gli uomini possono donarlo quattro volte all’anno, le donne due; la donazione di plasma invece può essere effettuata una volta al mese. La possibilità di essere monitorati periodicamente dai medici consente ai donatori Avis di tenere sotto controllo le proprie condizioni di salute.

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