Morti a pochi giorni di distanza, Villongo piange Zerbini e Grena

IL DOPPIO LUTTO. Lunedì mattina l’addio ad Angelo. Al funerale l’allarme per l’amico Guido, stranamente assente: era senza vita a casa.

Uno era l’accompagnatore ufficiale della prima squadra, l’altro uno dei portieri della rosa che, tra il 1983 e il 1985, fece la storia del calcio a Villongo. Entrambi appassionati di pallone, entrambi di Villongo, Angelo Zerbini e Guido Grena se ne sono andati all’improvviso a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro, lasciando nel dolore i familiari, la comunità che ruota attorno alla parrocchia di San Filastro e il mondo calcistico locale. Erano amici, Zerbini e Grena: 70 anni uno, 65 l’altro, è stato il dirigente della Oratori Villongo ad andarsene per primo, stroncato da un attacco di cuore che non gli ha lasciato scampo.

«Era un punto di riferimento, un esempio da seguire»: a ricordare «Zerbo», come lo chiamavano con affetto i giocatori della prima squadra, è il vicepresidente della Oratori Villongo, Andrea Manenti. «Quando c’era bisogno, Angelo non si tirava mai indietro, era lui a occuparsi di aprire il campo per le partite e poi di chiudere una volta che tutti erano usciti, tracciava le linee del campo e, se c’era bisogno, puliva perfino gli spogliatoi». Un factotum benvoluto da tutti che, da accompagnatore ufficiale della prima squadra, non mancava mai di assistere alle partite di terza categoria. Così anche giovedì, quando all’incontro per la Coppa Lombardia aveva ammesso di non sentirsi troppo bene. Rientrato a casa, si è accasciato sul pavimento ed è morto. Vani i tentativi di rianimarlo.

L’amico non era al funerale

A piangerlo,nella chiesa di Villongo San Filastro, la moglie, i due figli e i parenti, ma anche i dirigenti e i giocatori della Oratori Villongo, che domenica gli hanno dedicato la vittoria contro la Val Calepio Junior. Ed è proprio al funerale di Zerbini che i familiari di Guido Grena hanno capito che poteva essere successo qualcosa al loro caro. Non vedendo l’ex portiere del Villongo si sono subito allarmati: possibile che non fosse andato a dire addio all’amico? Precipitatisi a casa di Grena, lo hanno trovato riverso a terra nel corridoio, esanime e con una lesione alla testa causata dalla caduta, risalente forse a sabato sera, rientrato dalla spesa al supermercato, dov’era stato visto da alcuni compaesani. «Aveva il telefono in camera, ma non ha fatto in tempo a prenderlo – racconta il figlio Riccardo –: lo hanno trovato i miei zii, ormai senza vita». In pensione da qualche anno, aveva lavorato come disegnatore tecnico alla Capoferri e al Calzificio Sebino. Ex marinaio, fino alla seconda metà degli anni Ottanta aveva coltivato la passione per il calcio, come secondo portiere del Villongo, mentre quella per il canto lo aveva portato a entrare nel Coro Angelo, lasciato da alcuni anni. Mercoledì, alle 15, i funerali nella parrocchiale di Villongo.

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