L’eredità di Billy: 5.000 libri per aiutare due famiglie

TELGATE. Morto a settembre: dalla pesante condanna al riscatto.

Il romanzo che più l’aveva messo a dura prova è «Il segreto di Luca» di Ignazio Silone, la storia di un uomo che accetta di farsi 40 anni di carcere da innocente per non tradire un amore. «Non so se riesco a finirlo, piango troppo», aveva confidato a un certo punto lui, che pure aveva nomea da rude. E pareva davvero paradossale che un tipo con trascorsi «noir» finisse ostaggio delle lacrime.

Ma, ecco, forse la vera condanna di Maurizio «Billy» Fornoni è che chi non lo conosceva ha continuato a raccontarlo nella forma sciatta e deformante dell’etichetta, appigliandosi a ingialliti ritagli di giornale sui 27 anni rimediati per un gravissimo episodio di sangue e senza sapere che, pagato il conto con la giustizia, da quelle vicende era uscito un uomo nuovo. In paese, a Telgate, gli volevano infatti tutti bene, e non per timore reverenziale, bensì perché, frequentandolo, s’erano accorti della sua bontà e della sua sensibilità nei confronti dei più deboli, anziani in particolare.

Maurizio Fornoni è morto il 30 settembre scorso a 68 an ni, in seguito una crisi cardiaca che l’aveva colto per strada a Castelli Calepio. All’inizio era stato salvato grazie alla corsa di un passante e a un defibrillatore donato al paese dalla famiglia di una giovane, Giorgia Manenti, scomparsa nel 2022 per un arresto cardiaco. Ma il suo cuore era talmente compromesso che Billy è riuscito a sopravvivere solo 72 ore. In base alla narrazione stereotipata avrebbe dovuto lasciare in dote solo un passato di sbagli.

L’eredità di 5.000 libri

Invece, a dimostrazione di quello che era diventato, la sua eredità è nei 5.000 libri, per lo più di storia antica e biografie, diventati suoi coinquilini nell’appartamento a due passi dalla chiesa. Ne leggeva 150 all’anno e uno, intitolato «L’enigma della Maschera di Ferro», l’aveva pure scritto. Ora questo patrimonio di carta e parole si trasformerà in opera di bene. Su proposta del Gruppo volontari bersaglieri di Telgate, la famiglia ha infatti deciso di mettere in vendita a offerta libera i volumi per aiutare due bimbi alle prese con gravi malattie: Nicolò di Villongo e Liam di Viadanica. Oggi per tutta la giornata in piazza sarà presente una bancarella.

«Maurizio ne sarebbe felice. Abbiamo già ricevuto numerose e sostanziose buste con denaro. È la riprova che ha lasciato un seme prezioso. Sulla sua tomba c’è sempre un fiore fresco e sono in molti a portarglielo», si emozionano i familiari. C’erano anche loro il 21 marzo 2007 all’Università di Pisa, quando discuteva la tesi su «Politica estera, strategia e ideologia nella spedizione partica di Traiano», che lo avrebbe portato alla laurea magistrale con 110 e lode in Storia antica. A quel traguardo Billy c’era giunto con un percorso straordinario, dopo esami superati con voti tra il 29 e il 30 e lode e grazie a una feroce determinazione. «Tu non sai cosa vuol dire studiare in carcere, con gente che litiga, urla, tipi che cantano a squarciagola, porte di ferro che sbattono, luci al neon che ti rovinano la vista – ricordava -. Per concentrarmi usavo i tappi di cera. Non potevo seguire le lezioni né contattare i docenti. La tesi l’ho scritta a mano, non avevo possibilità di usare il computer e di fare fotocopie. E spesso i libri per l’esame successivo arrivavano in ritardo».

«È una persona molto intelligente e uno studente esemplare. Mi hanno colpito la serietà, lo scrupolo e la grande tenacia che nascondono la volontà di riscatto e di ripartenza. In condizioni più idonee avrebbe reso ancor di più», aveva osservato, ammirato e anche lui un po’ commosso, il relatore della tesi Cesare Letta, docente di Storia romana, fratello di Gianni e zio di Enrico, entrambi ex ministri.

Maurizio, appassionato di Alessandro Magno

Maurizio, appassionato di Alessandro Magno, ricostruiva le battaglie col trasporto di uno che sembrava averle combattute per davvero. «Il bello della storia non è descriverla, ma entrarci – diceva -. Per esempio, delle battaglie si ricorda sempre la data e chi ha vinto. Nessuno immagina cosa potesse essere l’attesa per un guerriero antico, il buio, la paura, la tensione, le urla dei nemici e poi la lotta dove vedevi in faccia il tuo avversario, il sangue, il corpo a corpo, la fatica, i cavalli». È stato un peccato non invitare uno così nelle scuole a raccontare queste cose ai ragazzi. Ma, chissà, qualcuno avrebbe trovato senz’altro da ridire.

Una sera, dopo aver assistito a una conferenza del monaco Enzo Bianchi, s’era ritrovato in una piccola pizzeria gestita da due ragazzi. La pizza non era granché, ma Billy aveva voluto lo stesso lasciare venti euro di mancia. Era il suo personale incoraggiamento al futuro di quei pizzaioli in erba, e sapeva benissimo il perché era importante, lui che senza gli errori di gioventù chissà che cosa sarebbe diventato. «I è brae», sono bravi, s’era intenerito il dottor Fornoni, continuando a prediligere il dialetto dietro le lenti e la montatura leggera con cui scrutava la sua nuova vita. Prima che il suo cuore, grande, si dimenticasse per un attimo di funzionare.

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