La frana del Saresano non verrà rimossa ma «ancorata» alla parte stabile del monte

TAVERNOLA. Pubblicato il bando di gara da 10 milioni e 654mila euro, subito scaricato da decine di società mandando in tilt il link dell’Autorità di Bacino. «L’operazione consiste nel mitigare, non nell’asportare».

Già decine di aziende l’hanno scaricato (40 in 24 ore), mandando in tilt il link creato dall’Autorità di Bacino. Tabelle, schemi, proiezioni, relazioni: il bando (pesantissimo) per affidare i lavori di mitigazione del rischio della frana sul monte Saresano a Tavernola è stato pubblicato, ad emetterlo la Centrale unica di committenza (Cuc) - Area vasta Brescia proprio per conto dell’ex Consorzio laghi. Il disciplinare ha l’obiettivo di individuare l’azienda o le aziende che realizzeranno il progetto esecutivo di mitigazione della frana steso e consegnato da «Alpina spa», lo studio specializzato che nel 2022 si è aggiudicato l’incarico di progettazione.

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Il bando

Tempi e modi per lo svolgimento dei lavori: secondo il bando appena emesso, che scade il 9 settembre, le opere di mitigazione dovranno iniziare entro il 18 novembre - quindi entro quattro mesi -, e potranno durare un massimo di 540 giorni. Il valore dei lavori, e la conseguente commessa, è pari a 10milioni e 654mila euro, tutti messi sul piatto da Regione Lombardia e ministero delle Infrastrutture. «Ma a pesare sarà soprattutto la proposta tecnica, non tanto l’offerta economica – precisa Gloria Rolfi, direttrice dell’Autorità di bacino -. Dopo che la Conferenza dei servizi composta da una quindicina di enti superiori ha dato il via libera al progetto steso da Alpina spa, ora entriamo nel vivo con l’affidamento dei lavori».

Tempi serrati

A occuparsi del progetto e a coordinare tutta la fase procedurale c’è Giuseppe Florio, ingegnere in capo sia all’Autorità di Bacino sia alla Comunità montana del Sebino bresciano: «In primis vorrei anticipare che stiamo lavorando a ritmi serratissimi: tanto è vero che, rispetto al cronoprogramma presentato a Regione Lombardia, siamo in anticipo di qualche mese. Ma, detto questo, quel che deve essere chiaro e che va ribadito è che stiamo parlando di lavori di mitigazione della frana. Ovvero: si andranno a realizzare opere ingenti di stabilizzazione del corpo di frana attuale, prevedendo sin da ora una fase di monitoraggio post lavori per verificare, con rilevazioni e dati alla mano, la riuscita del cantiere. Ricordiamoci che stiamo parlando di una frana di 2,6 milioni di metri cubi di materiale: asportare un volume simile è assolutamente impensabile. E difatti il progetto prevede un lavoro enorme di ancoraggio del materiale, non certo la sua rimozione».

I lavori

Già, il progetto: vastissimo e non proprio di immediata comprensione per i non addetti ai lavori, può comunque essere diviso in tre macro-tipologie di interventi. La prima consiste nella realizzazione di un sistema di tirantature, ovvero un mix di palificazioni e tiranti da «conficcare» nel monte (anche a profondità estreme) per ancorare il corpo della frana al substrato roccioso, come a legare e imbrigliare alla parte più stabile del Saresano tutto ciò che si sta «agitando», rallentandone i movimenti.

La seconda tipologia di intervento consiste invece nella realizzazione di alcuni muraglioni («iniezioni cementizie») nella parte a valle del monte per dare una sorta di «piede» al corpo della frana. Infine, verranno messe a punto alcune opere di regimazione delle acque per impedire l’ingresso delle acque meteoriche nelle fratture superficiali all’interno della massa instabile e drenare eventuali acque di circolazione profonda.

Si legge in dettaglio nel progetto: «Qualsiasi tipo di intervento non può avere come obiettivo quello di stabilizzare definitivamente la massa instabile [...]. I movimenti di versante non posso essere definitivamente arrestati, ma rallentati nel tempo in modo significativo, anche per successiva implementazione di interventi di stabilizzazione». Con il bando dell’affidamento lavori ufficialmente pubblicato, entra dunque nel vivo una delle opere più attese dall’intero Sebino: opera pronta a partire, a questo punto, nel giro di pochi mesi.

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