Frana in movimento: allarme sul Sebino
Parzanica isolata, cementificio evacuato

La segnalazione dai sensori che vigilano su un vasto fronte franoso. Chiusa la provinciale 469 nel tratto che va dal ponte di Tavernola alla località Pontèl e anche la SP 78. Mercoledì i controlli dei geologi.

Segnali di movimento nell’area dell’ex miniera Ognoli fanno scattare l’allarme preventivo. Cementificio ItalSacci, Comuni di Tavernola, Parzanica e Vigolo da ieri sono in stato d’allarme per il vasto versante che si estende a monte della bretella e del raccordo a lago realizzati dalla società negli anni ’90. Un fronte franoso che si estende da Est ad Ovest e verso l’alto fino alla località Squadre. Da molti anni per tenerlo sotto controllo, in accordo con la Regione, la cementeria ha fatto installare in loco un sofisticato sistema di monitoraggio attraverso dei sensori in grado di rilevare ogni minimo movimento. A partire dal 2018 inoltre ItalSacci «ha provveduto ad implementare a proprie spese il sistema di monitoraggio che ha permesso di evidenziare la situazione di allarme».

Sensori e allerta

Un sistema che ha ben funzionato. Sono stati infatti i sensori della Geodes di Torino che controlla e monitora in continuo l’area a segnalare un’accentuazione dello scostamento delle misure e quindi a far alzare l’asticella dell’attenzione su quanto stava avvenendo in loco. Da qui l’allerta lanciato da ItalSacci che nella tarda mattinata di ieri, a scopo precauzionale, ha chiuso lo stabilimento e convocato d’urgenza nel pomeriggio geologi, sindaci, protezione civile e forze dell’ordine per fare il punto della situazione. Per la stessa ragione, è stata interdetta anche la circolazione lungo il raccordo e la bretella di collegamento con Cambianica e Parzanica.

«A seguito delle rilevazione di misure oltre la soglia di allarme - dichiara in proposito la direzione - ItalSacci ha attivato quanto previsto dal piano di emergenza relativo al movimento franoso del versante orientale del Monte Saresano, dando tempestiva informazione al sindaco di Tavernola per le eventuali determinazioni del caso, in linea con il piano di emergenza del Comune stesso».

Gravi disagi

Dall’incontro è emerso che la situazione è seria tant’è che alle 18 la Provincia ha ordinato la chiusura della 469 nel tratto che va dal ponte di Tavernola alla località Pontèl. Chiusa anche la SP 78 che collega Vigolo con Parzanica. Senza le due vie di accesso Parzanica resta praticamente isolata con gravi disagi per la popolazione. Il sindaco Battista Cristinelli ha pertanto chiesto di consentire il transito vigilato lungo la SP 78 in alcune ore del giorno. Per le emergenze sanitarie che ci dovessero essere interverrà l’elisoccorso. Nei prossimi giorni si studieranno altre possibili soluzioni.

La notizia è stata accolta con grande preoccupazione dalle popolazioni locali e dagli abitanti dei Comuni rivieraschi che si trovano a dover affrontare nuovi disagi per raggiungere l’alto e il basso lago. Una preoccupazione di cui si fa interprete il sindaco di Tavernola, Ioris Pezzotti: «Da quello che ci hanno riferito, la situazione è molto seria. Il fronte franoso è stato calcolato dagli esperti in centinaia di migliaia di metri cubi. Abbiamo chiesto con urgenza un tavolo tecnico con Provincia, Regione e Prefettura e i Comuni interessati per stabilire il da farsi. Abbiamo gestito questa prima fase dell’emergenza, grazie al sistema di monitoraggio e al piano che hanno funzionato egregiamente e che avevamo predisposto anni fa di comune accordo con il cementificio e la Regione».

Questa mattina i geologi saranno sul posto in sopralluogo per valutare le ulteriori misure da assumere.

I precedenti

In ordine di tempo, l’ultima frana risale al 23 novembre 2010 quando dalla località Pinnacoli si staccarono circa settemila metri cubi di roccia che ostruirono la bretella il cui transito è stato riaperto, con non poche difficoltà, solo il 13 aprile 2019. Tra ripristino e messa in sicurezza del versante, contrasti tra Sacci e Comune sulla ripartizione dei costi per la sistemazione della bretella e i lavori per la sua riapertura sono infatti trascorsi quasi nove anni.

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