Folle fuga dopo i furti: schianto e due presi

RIVA DI SOLTO. Sull’auto rubata quattro persone con passamontagna e attrezzi da scasso: forzati due posti di blocco. Dopo un tamponamento con una «500» sono finiti contro un muro della litoranea: due di loro sono stati arrestati.

In fuga su un’auto rubata e con targa contraffatta, hanno forzato due posti di blocco dei carabinieri. La loro corsa è terminata dopo essere finiti contro un’auto che li precedeva e poi contro un muretto della litoranea, a Riva di Solto. Due uomini sono riusciti a fuggire, mentre Y. I. e E. F., albanesi ed entrambi nati nel 1990, senza fissa dimora e in Italia da pochi giorni, sono stati bloccati dai carabinieri di Lovere dopo una breve fuga a piedi, e sono stati arrestati con l’accusa di resistenza, tentato furto e ricettazione. Mentre la 30enne di Riva di Solto che occupava la Fiat 500, tamponata all’imbocco del paese dall’auto su cui viaggiavano gli stranieri, è finita in ospedale ed è stata dimessa con una prognosi di sette giorni. Entrambi gli arrestati avevano addosso un passamontagna, oltre a un cacciavite e una radiolina (per comunicare tra loro). In auto, invece, c’erano un’ascia, trapani a mano, flessibili e altri attrezzi da scasso, finiti sotto sequestro.

I posti di blocco

La vicenda inizia a Clusane d’Iseo, sul Basso Sebino Bresciano, quando un uomo segnala la presenza di alcuni sconosciuti sul suo balcone. Indica anche la targa dell’auto usata per la fuga. La centrale dirama la segnalazione, e riesce a monitorare i passaggi del mezzo, che dopo aver attraversato il ponte tra Paratico e Sarnico si è diretto a Tavernola Bergamasca.

I militari di Lovere si posizionano con un posto di blocco a Riva di Sotto, e vengono informati che i sospettati hanno forzato già un primo posto di blocco a Tavernola, dirigendosi ad alta velocità verso i carabinieri che avevano intimato l’alt al mezzo, senza riuscire a fermare la sua corsa. Vedono arrivare verso di loro una Fiat 500, e dietro l’automobile di grossa cilindrata occupata da quattro uomini.

Lo schianto e la fuga

Il mezzo dei sospettati, una Golf Gti, inizialmente sembra rallentare, per poi accelerare all’improvviso finendo però contro la 500 che li precedeva. Per poi schiantarsi contro la recinzione e il muro di cinta di un esercizio pubblico.

Non potendo proseguire in auto, i quattro sono scesi e hanno iniziato a correre a piedi per cercare di evitare l’arresto. Due degli occupanti sono riusciti a scappare in direzione del camping. Gli altri due, invece, si sono diretti verso la strada statale 469, ma in pochi metri sono stati raggiunti e bloccati dai militari della stazione di Lovere, che li hanno immobilizzati non senza fatica e dopo alcuni ulteriori tentativi di divincolarsi andati a vuoto. Gli accertamenti hanno permesso di scoprire che l’auto su cui viaggiavano era stata rubata circa tre mesi fa a Treviglio. La targa era invece stata clonata da un altro mezzo. La perquisizione della Golf ha permesso di trovare una serie di attrezzi atti allo scasso. Non solo trapani a mano e flessibili, ma persino un’ascia. Oltre a quanto avevano addosso i due arrestati.

In Italia da turista

In aula, assistiti dall’avvocato Fabrizio Manzari, solo Y. I. ha risposto alle domande sui fatti – registrati nella notte tra lunedì e martedì – che hanno portato agli arresti. Davanti al giudice ha rimarcato che non era alla guida, affermando di essere fuggito a piedi dopo il tamponamento perché «preso dal panico».

Per poi provare a giustificarsi sul passamontagna con il fatto che avesse freddo. Non ha invece saputo spiegare perché avesse addosso un cacciavite e la radiolina. L’amico ha invece deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere, affermando solo di essere arrivato da qualche giorno in Italia «come turista». Arresti convalidati, è stato disposto il divieto di dimora a Bergamo e provincia in attesa del processo, fissato a marzo.

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