Folla per l’ultimo saluto a Rosangela, «Una persona che ha trasmesso speranza»

IL FUNERALE. Chiesa parrocchiale di Arcene gremita il 2 gennaio pomeriggio in occasione del funerale di Rosangela Abbiati, presidente dell’associazione «Comunità Emmaus» di Chiuduno, spentasi lunedì a 73 anni dopo lunga malattia, combtauta tenacememte fino all’ultimo.

Originaria di Arcene, proprio in paese a metà degli anni Settanta, insieme ad altri volontari dell’oratorio locale, Rosangela si lasciò coinvolgere dall’entusiasmo con cui l’allora curato, don Giuseppe Monticelli, cercava di dare risposte concrete a tanti ragazzi caduti nella trappola della tossicodipendenza. Nel 1976, dopo un periodo di progettazione, con l’appoggio di don Sergio Adelasio, allora di rettore della Caritas diocesana, nacque la «Comunità Emmaus» con sede prima a Lovere, poi a Gandosso e infine nell’attuale realtà di Chiuduno.

Dava concretezza ai progetti

Oggi la gestione dell’area di pendenze è affidata alla cooperativa «Comunità Emmaus» e comprende anche «Casa Caldan», dove i giovani continuano il percorso verso una piena autonomia. Laureata in Scienze dell’Educazione e in Scienze Religiose, Emanuela Abbiati aveva imparato soprattutto dall’esperienza e dai rapporti con le persone, acquisendo un piglio «manageriale» capace di dare concretezza a idee e progetti.

«Salutiamo una persona che ha trasmesso speranza»

A presiedere la cerimonia funebre é stato il vicario generale monsignor Davide Pelucchi che in apertura della funzione ha detto:«Salutiamo una persona che ha trasmesso speranza; che ha messo la sua vita a servizio dei giovani, affinché non perdessero la speranza nel loro futuro». Durante l’omelia don Ezio Bolis, consulente ecclesiastico di Comunità Emmaus ha ricordato così Rosangela Abbiati:«Rosangela ha creduto in Gesù, gli ha dato fiducia e gli ha consacrato l’esistenza in un modo originale, mettendosi a servizio, giorno e notte, per tutto l’anno, di persone segnate da varie forme di fatica e di fragilità.Tante volte Rosangela ci ha ammonito di stare in campana e di non presare ascolto alle sirene incantatrici che ci rubano la vita, il futuro e la gioia vera. Lo ha fatto con poche parole e il tono adatto. Il suo è stato un insegnamento lasciato a quanti l’hanno conosciuta, una donna forte e tenera, mamma un po’ di tutti, persona sensibile e attenta, educatrice acuta ed esperta, cristiana senza fronzoli, capace di andare alla sostanz del Vangelo».

Il Vescovo: una persona che ha aiutato e amato

Un messaggio del Vescovo Francesco è stato infine letto da don Roberto Trussardi, direttore della Caritas diocesana: «La morte la rapisce non solo alle opere a cui si è dedicata totalmente ma soprattutto alle persone che ha aiutato e amato. La consegna morale della sua vita non andrà perduta ma compiuta in Dio». Al termine della funzione religiosa il corteo funebre si è mosso verso il cimitero dove si é svolto il rito della tumulazione.

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