Effetto siccità, anno nero per il lago d’Iseo: in «cassa» meno 46% d’acqua

Ambiente.Nel 2022 il bacino ha registrato 788 milioni di metri cubi contro una media di 1.700. Il giorno peggiore, il 17 luglio con 25 centimetri in meno.

Un anno di lago da sorvegliato speciale. La scorsa estate i livelli sono andati in caduta libera a causa del perdurare della siccità. Nel Basso lago è stato persino possibile gironzolare per decine e decine di metri lungo le sponde a causa della ritirata delle acque, oppure appoggiare le sdraio per prendere la tintarella su insolite spiagge naturali. I numeri di fine anno sono di fatto una sentenza, con il 2022 etichettato come un Annus horribilis, con 12 mesi stabilmente al di sotto della media storica del periodo, a braccetto con le siccitose e calde annate del nuovo millennio: 2003, 2006 e 2015. Mentre nel Novecento, ad indossare la maglia nera erano stati gli anni 1949, 1951, 1960 e 1977.

Niente a che vedere, insomma, con l’ultima stagione di piena, quella registrata nel 2014, anno nel quale il Sebino in abbondanza d’acqua, rimase prigioniero per 136 giorni di piogge, ombrelli aperti e una estate di fatto mai pervenuta.

Nel 2022 le alte temperature hanno mantenuto la presa sul Sebino per mesi. Il lago è rimasto in deficit d’acqua da gennaio e sino a questi giorni si sono registrate medie di afflussi e deflussi inediti. Basti pensare che il bacino in un anno ha registrato complessivamente 788 milioni di metri cubi di acqua, contro una media di 1.700 milioni di metri cubi, una contrazione di circa il 46%. Una tendenza analoga anche sul fronte precipitazioni e nevicate in alta Valcamonica.

«È stata una lunga stagione di patemi che ci ha visto in prima linea per garantire il minimo indispensabile agli agricoltori, alle 16 derivazioni irrigue, alle 7 centrali idroelettriche a valle del lago – dice Francesco Tengattini del Consorzio dell’Oglio di Brescia, ente che si occupa della regolazione delle altezza del lago d’Iseo – e considerando parametri ed esigenze del territorio lago con le necessità legate al movimento turistico, che esigono un bacino tonico e presentabile. Non è stato facile, nonostante il coordinamento garantito dai diversi soggetti preposti alle direttive in materia, a partire dall’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po e a Regione Lombardia».

L’annata ha registrato da tanti livelli minimi e nessun livello massimo. La peggior giornata riscontrata il 17 luglio scorso, con il lago a -25 cm e poco più di 100 centimetri sotto la media del periodo dal 1936, anno di entrata in funzione della diga di Sarnico. Giornate accompagnate nel Basso lago dalla presenza delle alghe macrofite.

Un momento di «respiro», per gli amanti delle statistiche comunque c’è stato, il 26 maggio, quando il lago è arrivato a +79,5 cm di altezza in grado di avvicinarsi alla media storica di +84 cm. Ma il lumicino si è spento nel giro di poco per lasciare posto a un continuo cedimento dei livelli. Tendenza mai sopita, anche in questo finale di anno, in cui il livello permane anemico: l’asticella segna +13 cm al misuratore, ben 50 cm sotto la media. Conclude Giorgio Bertazzoli, sindaco di Sarnico: «Si tratta di un’urgenza, non è pensabile vivere di turismo con un lago che ogni anno da luglio ad agosto perde 100 cm».

La neve caduta in alta quota in questi giorni potrebbe ridare un po’ di ossigeno a medio termine al nostro lago, ma di certo sarà necessario rivedere progetti, piani e politiche sulla gestione delle risorse idriche bergamasche e non solo. Il cambiamento climatico sta sfoderando eventi estremi che tendono a diventare delle preoccupanti consuetudini e occorre non farsi trovare impreparati alle crisi.

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