Cronaca / Val Calepio e Sebino
Mercoledì 18 Dicembre 2024
Disostruttori e attrezzisti per preparare la via: «Lavoro in simultanea, anche con l’esplosivo»
I SOCCORRITORI. A Fonteno spiegamento di mezzi e di uomini, grandi professionisti che lavorano in sinergia seguendo protocolli precisi e collaudati. L’unico obiettivo, riportare in superficie la speleologa ferita, Ottavia Piana.
Martelli, punte, leve, demolitori e micro cariche esplosive fatte di dinamite e piccoli detonatori da attivare con onde d’urto. Sono gli attrezzi del mestiere delle cinque squadre di disostruttori che si sono alternate all’interno delle grotte e dei cunicoli dell’Abisso Bueno Fonteno tra l’alba di domenica e le prime luci di martedì, quando hanno ultimato il lavoro per allargare i punti più angusti del percorso lungo il quale si sta muovendo in barella Ottavia Piana, la speleologa rimasta ferita sabato intorno alle 18 in un ramo di forra ancora inesplorato.
Nella giornata di martedì l’avanzamento è stato buono, la barella con la donna ferita è arrivata a due terzi del percorso. Clicca qui per la sintesi di quello che è accaduto martedì 17 dicembra.
Guarda qui alcune delicate operazioni di salvataggio in grotta.
Le diverse competenze in campo a Fonteno
Tra le diverse competenze messe in campo a Fonteno dal Corpo nazionale del Soccorso alpino e speleologico figurano tecnici della commissione medica, altri specializzati nelle telecomunicazioni, addetti al trasporto della barella, attrezzisti che si sono occupati e si stanno occupando di attrezzare, appunto, le pareti del complesso sistema carsico con corde, chiodi e moschettoni, e infine i disostruttori. Ognuno, in base al suo ruolo, viene coordinato dal centro di controllo, che da domenica sera (stesi i quattro chilometri di doppino telefonico con tanto di cornette rosse distribuite lungo il tragitto) tiene un costante contatto radio con chi entra, esce e lavora in grotta.
Speleologa ferita nell'abisso Bueno Fonteno, parla il coordinatore della IX delegazione lombarda del soccorso. Video di MASSIMO SONZOGNI
Dove non basta il martello ci sono le microcariche
Felice La Rocca, tecnico disostruttore sardo arrivato da Perugia, è uno dei «fuochini» in possesso della licenza per maneggiare gli esplosivi, arrivati a Fonteno da Verona scortati dalla Polstrada dopo che, nella notte tra sabato e domenica, la Questura di Bergamo aveva autorizzato il trasporto speciale. «Abbiamo lavorato simultaneamente in due direzioni, sia dalla barella verso l’uscita che al contrario, per cercare di liberare il passaggio prima possibile – racconta –. Saggiamo la roccia e, conoscendo le tecniche di chi movimenta la barella e le sue dimensioni, capiamo quanto e come disostruire. Dove non c’è modo di intervenire con martelli o demolitori, si usano le micro cariche. Viene forata la parete, vi si infila la dinamite e poi la si fa esplodere. Nel momento della detonazione ci ripariamo in zone sicure, indossando apposite maschere per evitare di respirare le polveri e i gas che si sprigionano». Il lavoro dei disostruttori è concluso, ma alcuni sono rimasti al campo base in caso dovesse essere necessario liberare altri punti troppo stretti durante il viaggio di ritorno di Ottavia.
Fonteno, il Prefetto, "Una grande operazione sinergica". Video di MASSIMO SONZOGNI
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