Delitto Campa, fu ucciso perché si rifiutò di dare 500 euro all’omicida

Grumello del Monte Fermo non convalidato: non c’era pericolo di fuga. Ma il marocchino resta in cella perché «non ha freni inibitori».

Voleva che Anselmo Campa gli riconoscesse almeno 500 euro dei 6/7.000 che dice di aver versato per la Renault Clio che l’imprenditore, padre della sua ex fidanzata, gli aveva dato in uso e che recentemente aveva preteso indietro per venderla a un amico. È quanto emerge dall’ordinanza con cui il gip Vito Di Vita ha disposto la misura cautelare del carcere nei confronti di Hamedi El Makkaoui, il 22enne di origini marocchine finito in manette per l’omicidio (aggravato dai futili e abietti motivi) di Campa, 56 anni, ucciso nel suo appartamento di Grumello la sera del 19 aprile.

Il rifiuto, pare sgarbato e condito di insulti, dell’imprenditore ha scatenato la furia omicida. Il giovane lo ha colpito con più di venti martellate in testa. El Makkaoui è reo confesso e dunque è alla luce del sole che «sussistano i gravi indizi di colpevolezza». Tuttavia, il gip non ha convalidato il fermo, scattato il 24 aprile al termine della confessione del giovane, perché non sussiste in pericolo di fuga in quanto il 22enne è «perfettamente integrato nel contesto sociale, co stabili affetti e regolare attività lavorativa». Andava insomma richiesta, per il giudice, una misura da emettere tramite ordinanza. Cosa che Di Vita ha fatto ieri, disponendo la custodia in carcere per il pericolo di reiterazione del reato. Questo perché «la grave condotta» è stata «originata da motivi di carattere economico che, se non futili, sono senza dubbio legati ai vizi di gioco e da stupefacenti, che hanno dato sfogo a uno spropositato impulso omicida, con perdita dei normali freni inibitori».

Vizi di gioco e consumo di stupefacenti che per il difensore, l’avvocato Fabio Marongiu, non sono così marcati da stravolgere la condotta di vita del giovane. La difesa parla di consumo saltuario di droga nei fine settimana e di giocate occasionali di schedine relative a partite di calcio, tali da non aver ingenerato debiti. Il gip accenna anche alle intercettazioni telefoniche, in particolare quelle del 22enne con i familiari, scrivendo che «danno sistematicamente conto di una spasmodica ricerca dell’alibi da confermare al fratello e alla madre». Prima di confessare, insomma, El Makkauoi avrebbe cercato di convincere i familiari di essere stato da tutt’altra parte e non nella casa della vittima. Nessuna connivenza è contestata ai familiari, che anzi hanno avuto un ruolo fondamentale perché il 22enne arrivasse ad ammettere.

I funerali di Anselmo Campa si svolgeranno venerdì 29 aprile alle 14,30 a Grumello. E sempre venerdì, nella chiesa parrocchiale di Inzago (Milano), alle 15,30 verrà dato l’addio a Romina Vento, la donna affogata nel fiume a Fara Gera d’Adda dal convivente Carlo Fumagalli più o meno alla stessa ora in cui veniva ucciso Anselmo Campa.

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