Credaro, lo zaino di Ritaj nel suo banco vuoto: «Ti ricorderemo sempre»

IL RICORDO. La sindaca ha portato un mazzo di fiori per ricordare la bimba morta cadendo da una giostra a Villongo. Gli alunni di seconda e di quinta hanno lanciato palloncini.

Per gli studenti della scuola primaria di Credaro quest’anno il primo giorno di scuola è stato un turbinio di emozioni contrastanti. Da un lato la trepidazione per l’inizio del nuovo anno scolastico e la contentezza nel rivedere i compagni di classe. Dall’altro la tristezza nel constatare che, tra gli alunni di seconda elementare, mancava Ritaj Lahmar, la piccola di sei anni e mezzo (avrebbe dovuto compiere i sette il mese prossimo) morta al Papa Giovanni di Bergamo a causa delle gravi ferite causate dall’incidente di gioco con l’altalena inclusiva avvenuto la sera del 2 settembre al parco di Villongo San Filastro. Ma il banco di Ritaj non è rimasto vuoto: il sorriso e gli occhi scintillanti di quella bambina così solare continueranno a vivere nel cuore degli insegnanti e dei compagni di scuola, che insieme all’amministrazione comunale di Credaro e alla famiglia Lahmar hanno organizzato una piccola ma commovente cerimonia per ricordarla.

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Quando giovedì mattina è suonata la campanella di ingresso alla primaria di Credaro, che fa capo all’istituto comprensivo Donadoni di Sarnico, gli alunni si sono riuniti in palestra. «Ogni volta che un bambino ci regalerà un fiore del giardino appena colto o ci donerà un bacio o un abbraccio sincero noi ti ricorderemo sempre», recita la lettera che un’insegnante ha condiviso, tra l’emozione generale.

«Il padre di Ritaj, Nabil Lahmar , ha posizionato uno zaino colorato sul banco dove avrebbe dovuto sedersi la figlia»

Gli studenti di seconda, la classe che avrebbe dovuto frequentare Ritaj, e di quinta, quella di uno dei fratelli, hanno liberato in cielo uno sciame di palloncini bianchi e rosa, e poi la cerimonia si è spostata nella classe della bambina. La sindaca Adriana Bellini ha deposto un mazzo di fiori bianchi sulla cattedra, mentre il padre di Ritaj, Nabil Lahmar , ha posizionato uno zaino colorato sul banco dove avrebbe dovuto sedersi la figlia. Lo avevano comprato insieme solo alcuni giorni prima della tragedia, con l’entusiasmo di chi non vede l’ora di tornare a scuola. All’interno il diario nuovo, l’astuccio e il quaderno con i compiti delle vacanze che la bambina aveva finito da poco e che, con orgoglio, avrebbe voluto mostrare alle maestre. «Ci saresti corsa incontro con il tuo sorriso – l’hanno ricordata ancora le maestre –. Ognuno di noi ti ritroverà con la sua fantasia, tra le stelle o in un prato fiorito. Ti vogliamo bene Ritaj».

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