Credaro, bocciodromo bersagliato dai vandali. La proprietà: andiamo via

IL 27 DICEMBRE. Quest’anno 15 raid, l’ultimo il 27 dicembre notte: locali a soqquadro, furti e spinelli. I dirigenti:«Tra i barbari non vogliamo starci». La sindaca media: addio congelato. In arrivo le telecamere.

Un tranquillo bocciodromo di paese, dove solitamente il culmine di violenza è rappresentato dagli improperi che si levano durante le sfide a bocce e a carte, si trova al centro di uno stillicidio di incursioni vandaliche capaci di mettere a dura prova la pazienza dei vertici della bocciofila che lo gestisce. E che non è esattamente una società qualunque nel panorama boccistico italiano. Basti pensare che nella Vip Credaro fino a tre anni fa militava l’abruzzese Gianluca Formicone, campione del mondo nel 2019, definito il Pelè delle bocce, numeri alla mano il giocatore più titolato del pianeta (350 gare nazionali vinte, oltre a diversi titoli europei). Attualmente la bocciofila credarese conta 9 atleti in serie A, due in B e 12 in C. E un numero di raid che sta diventando preoccupante.

«Una quindicina tra piccoli furti e danneggiamenti in un anno: è frustrante, siamo esasperati», confida Gabriele Lavelli, presidente della Vip insieme a Danilo Calissi, entrambi imprenditori del settore guarnizioni industriali. L’ultimo nella notte tra venerdì e ieri, esattamente a 24 ore di distanza dal penultimo. I vandali si sono intrufolati, mettendo a soqquadro i locali, facendo uno spuntino con un panettone, scolandosi una bottiglia di amaro presa dal bancone del bar e infine fumandosi un paio di spinelli, i cui mozziconi sono stati trovati sul pavimento.

«L’installazione a breve di nuove misure di protezione per il bocciodromo, dopo che negli ultimi anni sono stati rinforzati i serramenti»

«In mezzo ai barbari non ci sto più»

«Siamo in mezzo ai barbari e io in mezzo ai barbari non ci sto più», è lo sfogo di Calissi. Lavelli, venerdì mattina, di fronte all’ennesimo raid era arrivato a digitare sui social un post dal sapore dell’ultimatum, in cui si diceva intenzionato a restituire dal 1° gennaio le chiavi all’amministrazione comunale, proprietaria dell’impianto. Poche ore dopo, però, la situazione sembrava rientrata, in seguito a un confronto telefonico con la sindaca Adriana Bellini prodromico a un incontro, in programma la settimana prossima. Una conversazione informale durante la quale la prima cittadina ha ribadito ciò che era stato già deciso: «L’installazione a breve di nuove misure di protezione per il bocciodromo, dopo che negli ultimi anni sono stati rinforzati i serramenti». In parole povere, un sistema di allarme e telecamere per scongiurare future scorribande.

«Dispiace essere in balia di ragazzi conosciuti a tutti», s’è lamentato sui social Lavelli. I sospetti ricadono infatti su alcuni giovani del paese, più interessati all’impresa che al bottino, che ogni volta si riduce a spuntini. «Forzando finestre, si intrufolano di notte per bere birre e mangiare patatine – racconta Lavelli al nostro giornale -. Tanto che il gestore del bar la sera è spesso costretto a portarsi a casa bibite, liquori e altro per non lasciarli alla mercé di questa gente. Spiace perché il bocciodromo assume anche funzioni di centro sociale, visto che sono decine i pensionati che vengono a giocarci a bocce e a carte».

I sospetti ricadono infatti su alcuni giovani del paese, più interessati all’impresa che al bottino, che ogni volta si riduce a spuntini

«Il rapporto con la bocciofila è sempre stato buonissimo e l’amministrazione comunale continuerà il dialogo – spiega la sindaca -. Alla società siamo grati per il servizio che svolge, noi le siamo stati sempre vicini, mettendo a disposizione gratuitamente la struttura.Abbiamo puntualmente segnalato ai carabinieri gli episodi accaduti. Condivido il disappunto dei dirigenti e invito tutti quelli che, come me, hanno una responsabilità istituzionale a una riflessione che sconfina nel campo educativo, chiedendoci cosa possiamo realmente fare per porre un freno alla maleducazione e alla microcriminalità che dilagano nei nostri paesi».

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