C’è vita nell’Abisso Bueno Fonteno: caccia ad animali rarissimi

LA RICERCA. La missione condotta da Progetto Sebino ha l’obiettivo di «mappare» specie che «forse potrebbero vivere solo in questo sistema carsico».

Potrebbe anche portare all’identificazione di specie animali che vivono solo lì il progetto di monitoraggio biospeleogico del complesso carsico Bueno Fonteno-Nueva Vida di Fonteno. Specie che si sono isolate e riprodotte, diversificandosi da quelle che vivono in altre grotte.

La ricerca, che gli speleologi di Progetto Sebino hanno simpaticamente denominato «Salsa Rosa» dal nome di una zona della dove in precedenza sono stati trovati crostacei del genere Monolistra, è entrato nel vivo. Sabato 25 agosto Filippomaria Cassarino di Solto Collina, vicepresidente di Progetto Sebino, e presidente scuola Cai Lovere di speleologia Alberto Consoli, Francesco Rota originario di Clusone ma oggi a Zurigo, e Davide Leri di Piario sono entrati nella grotta Bueno Fonteno per raccogliere le prime specie: «In precedenza – spiega Cassarino, 22 anni, una laurea in Scienze naturali ed esperto di riferimento per il progetto – avevamo posizionato le trappole, in particolare a caduta ed esche libere. Alcuni animali sono rimasti intrappolati. Ho raccolto collemboli, miriapodi e diversi coleotteri. Li ho conservati in alcol 75% e verranno inviati ad altri esperti per la loro esatta individuazione».

Alcuni animali sono rimasti intrappolati. Ho raccolto collemboli, miriapodi e diversi coleotteri. Li ho conservati in alcol 75% e verranno inviati ad altri esperti per la loro esatta individuazione

Oggetto del progetto solo i troglobi, animali che vivono esclusivamente in grotta e che non la sfruttano solamente in particolari cicli della propria vita. Vedi pipistrelli o tassi che invece ci entrano solo per riposare durante la notte. Perché sotto esame ci sono solo quelli strettamente adattati e che quindi, trovandosi a che fare con buio, povero di cibo, spesso freddo e umido, e che quindi presentano caratteristiche ben definite come l’assenza di occhi e di pigmenti: appaiono bianchi o addirittura semitrasparenti. «Si tratta soprattutto d’invertebrati appartenenti ad esempio a crostacei, aracnidi e insetti. Qui non ci sono animali tipo salamandre e pesci. È possibile che vi siano specie nuove, non ancora scoperte e che possono essere identificate solo tramite l’analisi genetica».

Il progetto finanziato da Uniacque

In passato, nel 2011, era già stato fatto un lavoro simile, classificando una quindicina di specie, ma non tutte identificate a livello specifico. L’obiettivo è quindi aggiornare quella lista, completandola, aggiungendo specie nuove e determinando a livello specifico animali che erano stati individuati solo a un più alto livello gerarchico come ordine e famiglia: «L’obiettivo finale, però, non è solo scoprire che animali vivono in Bueno Fonteno – conclude Cassarino, ma anche tutelare l’ambiente, possibilmente scoprendo specie nuove e valorizzando territorio in generale».

Il monitoraggio s’inserisce all’interno di un progetto finanziato da Uniacque e finalizzato a mappare e indagare le dinamiche idrologiche e idrogeologiche dei sistemi carsici, circa 100 km stimati di abissi di cui 35 esplorati a partire dalla loro scoperta nel 2006, riuscendo a descrivere e analizzare il comportamento dei corsi d’acqua sotterranei e le sorgenti.

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