Una nuova tecnologia che ha preso il volo
Anche Treviso, dopo Vicenza e Udine, ha iniziato a far volare i droni per i controlli sul territorio: per monitorare il traffico e registrare le targhe dei veicoli in transito, ma anche per controlli più mirati. Tre pattuglie per turno fanno blocchi, fermano e identificando tutti. Un sistema che, ai tempi del coprifuoco da coronavirus serve a evitare di uscire da casa a chi non ha reali necessità. Lo stesso sistema a cui erano ricorse le città di Wuhan, Pechino e Shangai e la provincia dello Guadon per arginare la diffusione del virus.
I droni sono il nuovo livello che la tecnologia sta offrendo come soluzione al contenimento dell’emergenza sanitaria. E se è iniziato come sistema per monitorare e prevenire l’espandersi del contagio – sicurezza e controllo – ora le sue applicazioni stanno crescendo e si stanno sperimentando anche nel trasporto di piccoli pacchi, di confezioni alimentari, di medicine, presidi sanitari a persone isolate e senza possibilità di contatto con altri. «Il drone è già un efficace strumento per ispezionare e intervenire in zone colpite da catastrofi naturali. In queste situazioni di emergenza consente di fotografare con una precisione e una qualità di definizione che arriva al centimetro quadrato le condizioni del territorio e fornire informazioni su come intervenire in completa sicurezza».