E' pronta la nuova generazione di gemelli digitali per studiare malattie e sperimentare terapie su misura . Rispetto ai primi modelli , gli ultimi arrivati sono stati messi a punto utilizzando algoritmi di Intelligenza Artificiale che incorporano le leggi della biologia e della chimica. A descriverli sulla rivista NPJ Digital Medicine è la ricerca internazionale guidata dall’Università di Padova con il gruppo di Manlio De Domenico, del Padua Center for Network Medicine .
Condotta in collaborazione con Università Ca’ Foscari di Venezia, Binghamton University (USA), London Institute for Mathematical Sciences e Universidade Católica Portuguesa di Lisbona, la ricerca tende a colmare le lacune delle tecniche basate sull’intelligenza artificiale ' opaca ', ossia troppo complessa per essere pienamente compresa e utilizzata. "Questa complessità - osservano i ricercatori - ostacola la diffusione dell’intelligenza artificiale in settori cruciali come medicina e sicurezza .
I gemelli digitali, ossia repliche virtuali di un paziente reale realizzate grazie al supporto dell’IA, stanno trovando una diffusione sempre maggiore.Non si tratta di semplici riproduzioni statistiche di dati clinici, osservano gli autori della ricerca, ma di "veri e propri modelli esplicativi che, in linea di principio, sono in grado di replicare in-silico il comportamento di cellule , organi o interi organismi utilizzando simulazioni basate su meccanismi biologici multiscala e multilivello. Questo - aggiungono - consente di esplorare strategie terapeutiche dinamiche e ottimizzare le decisioni cliniche in tempo reale".
L' obiettivo "è rendere la medicina personalizzata più affidabile e comprensibile, evitando l’opacità delle soluzioni puramente data-driven”, osserva una delle autrici, Valeria d’Andrea dell’Università di Padova.
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