Scienza e Tecnologia
Mercoledì 22 Gennaio 2025
E’ turbolento e dinamico il primo buco nero mai fotografato
E’ turbolento e dinamico il primo buco nero a essere stato fotografato : a sei anni dalla ‘ foto del secolo ’ che per la prima volta immortalava uno degli oggetti cosmici più misteriosi quello stesso buco nero, chiamato M87 *, permette di conoscere quanto accade vicino al suo margine , in particolare la struttura e la dinamica del plasma . A descrivere le nuove caratteristiche sulla rivista Astronomy & Astrophysics è la collaborazione internazionale Event Horizon Telescope (Eht) , la stessa autrice della celebre foto e alla quale l’Italia partecipa con Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf).
“Osservando il buco nero in evoluzione e confrontandone le osservazioni progressive , abbiamo fatto un importante passo avanti nella comprensione delle complesse dinamiche che lo governano”, dice il coordinatore della ricerca Hung-Yi Pu, della National Taiwan Normal University.
L’analisi , che combina osservazioni fatte nel 2017 e nel 2018 , indica che l'asse di rotazione del buco nero punta lontano dalla Terra e che il disco di gas caldo che circonda M87* ruota nella direzione opposta rispetto a quella del buco nero . Anche la regione più luminosa dell’anello si è spostata in senso antiorario, di circa 30 gradi rispetto al 2017. “Le nostre analisi suggeriscono che proprio quest’ultimo scenario, in cui il gas ruota contro la rotazione del buco nero, è quello che meglio giustifica le variazioni osservate nel corso degli anni. Questo perché il moto retrogrado genera un ambiente più turbolento e instabile , favorendo fluttuazioni più marcate nell’emissione luminosa dell’anello che circonda il buco nero ”, rileva Mariafelicia De Laurentis, dell’Università di Napoli Federico II e dell’Infn.
La ricerca ha permesso inoltre di ottenere un archivio di circa 120.000 immagini di simulazione , il triplo rispetto a quelle utilizzate finora, e permetterà di fare nuove previsioni teoriche su alcuni dei fenomeni più misteriosi dell’universo. I ricercatori stanno ora analizzando i dati del 2021 e 2022 per ottenere ulteriori dati sui fenomeni osservati finora e questo, conclude De Laurentis, permetterà di “mettere alla prova in modo più rigoroso le previsioni della relatività generale in condizioni estreme di gravità”.
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