Due paraplegici camminano grazie a un neurostimolatore

"Uno dei problemi più frequenti in pazienti con lesioni al midollo spinale - ha detto Micera all'ANSA - è la spasticità , ossia le contrazioni involontarie dei muscoli che rendono molto difficile, o quasi impossibile, ogni tentativo di controllo motorio. Il nostro nuovo lavoro si è concentrato proprio sulla riduzione di questo disturbo ".

Già da tempo si stanno studiando neurostimolatori che, impiantati in persone paraplegiche o tetraplegiche, siano in grado di stimolare correttamente i muscoli e ripristinare i movimenti, aggirando la lesione al midollo. Un grande ostacolo è però il fatto che quasi il 70% delle persone paraplegiche soffre di rigidità e spasmi involontari , che avvengono in modo naturale, probabilmente per favorire i normali riflessi rapidi e che vengono bilanciati dal cervello, che inibisce l'attività di alcuni circuiti motori. "Nel caso di una lesione al midollo spinale, il paziente perde i messaggi inibitori provenienti dal cervello che regolano l'iperreattività spinale", ha osservato il primo autore dello studio, Simone Romeni, del Politecnico di Losanna e dell'ospedale San Raffaele.

Per controllare gli spasmi involontari i ricercatori hanno utilizzato un neurostimolatore impiantabile . E' un dispositivo adottato da tempo per altri scopi, come il controllo del dolore, ma in questa sperimentazione è stato utilizzato per modulare i segnali elettrici in modo da interferire con quelli che provocano spasmi e contrazioni muscolari. Parallelamente il neurostimolatore ha inviato anche i segnali elettrici per stimolare la corretta attività muscolare .

Questa soluzione è poi stata messa alla prova con la sperimentazione su due persone paraplegiche ottenendo risultati più che soddisfacenti: entrambe hanno potuto camminare e una ha percorso 175 metri senza necessità di stimolazione attiva. "Questa è una procedura chirurgica sicura ed efficace, che offre una nuova prospettiva nel trattamento dei pazienti con gravi danni al midollo spinale", ha aggiunto Mortini. L'esperto sottolinea inoltre come la combinazione di tecnologie avanzate e approcci personalizzati alla riabilitazione riduce gli effetti collaterali associati alle terapie farmacologiche e chirurgiche attualmente disponibili e che a breve si prevede di estendere le sperimentazioni a un maggior numero di pazienti.

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