
Scienza e Tecnologia
Venerdì 21 Marzo 2025
C’è ossigeno nella galassia più distante conosciuta VIDEO
C'è ossigeno nella galassia più distante conosciuta , che esisteva già quando l' universo era giovanissimo ed è così lontana che la sua luce ha impiegato 13,4 miliardi di anni per giungere fino a noi. La scoperta si deve a due gruppi di astronomi che hanno utilizzato il radiotelescopio Alma dello European Southern Observatory e suggerisce che le galassie dell’universo primordiale potrebbero essersi formate molto più rapidamente del previsto. La galassia, indicata con la sigla J ADES-GS-z14-0 , era stata scoperta nel 2024 grazie al telescopio James Webb. Il primo studio , a guida italiana, è stato pubblicato sulla rivista Astronomy & Astrophysics ed è stato coordinato dall’italiano Stefano Carniani, della Scuola Normale Superiore di Pisa; il secondo studio , a guida olandese, è online sulla piattaforma arXiv e in via di pubblicazione su The Astrophysical Journal; lo ha coordinato Sander Schouws dell’Università di Leida e la Scuola Normale di Pisa ha contribuito anche a questo articolo. “Sono rimasto stupito da questi risultati inaspettati – dice Carniani – perché hanno aperto una nuova visione sulle prime fasi dell’evoluzione delle galassie . La prova che una galassia sia già matura nell'universo neonato solleva interrogativi su quando e come si sia formata ”, commenta il ricercatore. “È come trovare un adolescente dove ti aspetteresti solo bambini. I risultati - aggiunge- mostrano che la galassia si è formata molto rapidamente e che sta anche maturando altrettanto rapidamente”. Solitamente le galassie, all’inizio della loro vita, sono piene di stelle giovani fatte principalmente di elementi leggeri come idrogeno ed elio; solo invecchiando producono elementi più pesanti come l’ossigeno. Si pensava che all’epoca della galassia JADES-GS-z14-0, quando i' universo aveva solo 300 milioni di anni , circa il 2% della sua età attuale , quest’ultimo fosse ancora troppo giovane per ospitare elementi pesanti : invece, i dati raccolti con il telescopio Alma indicano che la galassia ne contiene una quantità 10 volte maggiore del previsto . La ricerca ha anche permesso di misurare la distanza che ci separa da JADES-GS-z14-0 in maniera molto più accurata . “Grazie ad Alma abbiamo ottenuto una misurazione estremamente precisa fino a un’ incertezza di appena lo 0,005% , pari a 5 centimetri su una distanza di 1 chilometro, e ciò ci consente di svelare la rapida evoluzione di questo agglomerato di stelle”, affermano Eleonora Parlanti e Giacomo Venturi della Normale di Pisa, tra gli autori dello studio. “La scoperta rappresenta una sfida e un’opportunità per i modelli di formazione ed evoluzione delle galassie – aggiunge Andrea Ferrara, coordinatore del gruppo di Cosmologia alla Normale, co-autore dell’articolo – e servirà da punto di riferimento per le successive simulazioni ai supercomputer che indagano le condizioni fisiche dell’universo primordiale”.
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