Sembra un paradosso, ma anche le specie aliene invasive , tra le principali minacce per la biodiversità , possono rischiare l’estinzione nei loro habitat d’origine: lo indica lo studio condotto dall’Università Sapienza di Roma insieme all’Università di Vienna, che ha individuato ben 36 specie in pericolo , dal coniglio europeo al ratto norvegese , dal muflone al visone americano . Lo studio, pubblicato sulla rivista Conservation Letters, solleva un interessante dibattito nel mondo che si occupa della conservazione: i ricercatori si chiedono se sia giusto proteggere questi animali , nonostante il grave danno che possono arrecare all’ambiente in cui si insediano.
Le specie aliene invasive hanno contribuito al 60% delle estinzioni registrate negli ultimi decenni . Attualmente, l’uomo ha introdotto 230 specie di mammiferi non autoctoni in nuove aree del mondo , dove si sono stabilite in modo permanente. “Ci siamo chiesti quante di queste specie siano a rischio anche nei loro areali d’origine”, commenta Lisa Tedeschi di Sapienza e Ateneo viennese, prima autrice dello studio. “Ne abbiamo scoperte 36 : questo numero ci ha sorpreso molto –sottolinea Tedeschi – perché inizialmente pensavamo che le specie aliene e invasive fossero comuni anche nei loro ambienti nativi”.
La maggior parte di queste 36 specie sono originarie delle regioni tropicali dell’Asia , dove la distruzione massiccia delle foreste pluviali e la caccia intensiva rappresentano le principali cause del declino . “Le tendenze degli ultimi decenni e le proiezioni per il futuro fanno ritenere che conservare i mammiferi a rischio in questa regione sarà molto complesso ”, dice Carlo Rondinini dell’Università Sapienza, coordinatore del gruppo insieme a Franz Essl dell’Università di Vienna. “Per questo – aggiunge – le popolazioni aliene di specie minacciate potrebbero, in alcuni casi, rappresentare una carta in più per evitarne l’estinzione ”.
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