Zingonia, asportato un maxi tumore di otto chili: «Un caso eccezionale»
Salute. Al Policlinico l’intervento su una donna di 55 anni con un lipoma. «I medici non avevano mai visto una cosa simile».
Un tumore di quasi otto chili all’addome asportato, con successo e senza bisogno di trasfusioni, a una donna di 55 anni. L’intervento record è stato effettuato al Policlinico San Marco di Zingonia, nell’Unità di Chirurgia generale e Oncologica diretto da Stefano Olmi, da anni centro di riferimento per la chirurgia oncologica a livello non solo regionale ma anche nazionale. La massa, della grandezza di 50 centimetri per 25 centimetri, occupava completamente l’addome della donna, schiacciando lo stomaco, i reni, il fegato e la vescica, oltre ai grossi vasi sanguigni principali.
Tutto inizia un paio di anni fa quando la donna comincia a notare una protuberanza al centro dello stomaco. Inizialmente non ci fa molto caso. Ha appena fatto una dieta e perso parecchi chili e pensa che sia dovuto a quello. Passano i mesi e le protuberanze diventano due, una centrale e una sul lato destro. Così comincia a insospettirsi e a temere che ci sia qualcosa che non va, anche perché nel frattempo, pur sentendosi complessivamente bene, compaiono sintomi come tensione e dolore addominale, reflusso gastroesofageo e incontinenza urinaria.
Decide allora di sottoporsi agli accertamenti necessari, a cominciare da un’ecografia addominale. «Il medico radiologo che mi ha effettuato l’esame non poteva credere ai suoi occhi - racconta la donna -. Mi disse che non aveva mai visto una cosa simile in tutta la sua vita e che mai più l’avrebbe vista». Il sospetto è che si tratti di un lipoma gigante, ma il medico non si sbilancia, considerata l’eccezionalità della sua situazione. Anche il secondo radiologo, a cui si rivolge su suggerimento del suo medico di medicina generale per un esame più approfondito, resta senza parole.
«Il secondo medico mi ribadì la stessa cosa: era una massa fuori dal normale. Mi disse che sarebbe servito un intervento, anche perché la massa comprimeva anche l’aorta, ma non era certo che si potesse trovare un chirurgo che fosse disposto a operarmi, vista la delicatezza e l’unicità di un intervento del genere. Ero molto spaventata, anche perché se non mi fossi operata la massa avrebbe potuto infiltrare gli organi vitali diventando molto pericolosa».
La donna inizia così a documentarsi, a cercare un ospedale che possa avere l’esperienza e le professionalità per operare un caso raro come il suo. E si imbatte nel sito web del Policlinico San Marco, struttura del Gruppo San Donato. Qui, dopo averla sottoposta a una Tac d’urgenza e dopo un’attenta valutazione, nonostante l’eccezionalità della sua condizione l’equipe del professor Olmi decide di operare la donna. Non ci sono alternative: il rischio di compromettere organi vitali è troppo alto. La donna soffre infatti di un fibrolipoma o liposarcoma. «Si tratta di un tumore che raramente dà origine a metastasi, ma che comporta una crescita locale che può compromette il corretto funzionamento degli organi vicini, continuamente sottoposti a compressione da parte della massa stessa», sottolinea Stefano Olmi, direttore dell’Unità di Chirurgia generale e Oncologica del Policlinico San Marco.
«Per questo abbiamo provveduto tempestivamente a operarla, in modo da ripristinare le normali funzioni fisiologiche. Attraverso un’incisione addominale, siamo riusciti ad asportare completamente la massa, senza dover ricorrere a trasfusioni. Si è trattato di un intervento molto delicato, durato circa due ore, che è stato possibile grazie a un grande lavoro di squadra che ha visto coinvolto l’intera equipe chirurgica, anestesiologica e infermieristica», spiega il professor Olmi.
Dopo l’intervento la donna è stata ricoverata per quattro giorni in ospedale e poi dimessa in buone condizioni di salute. «Gli specialisti dell’equipe che mi hanno operato sono stati davvero bravi - conclude la 55enne -. Hanno asportato tutta la massa e dopo pochi giorni stavo già bene. Come ho detto loro al mio risveglio dopo l’intervento mi hanno davvero tolto un bel peso dallo stomaco, sia concretamente sia metaforicamente. Non posso far altro che ringraziarli per aver avuto il coraggio di intervenire e per avermi ridato la speranza di tornare a una vita normale».
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