Zanica, botulino killer in cascina: morti oltre 100 bovini

Il bestiame dell’azienda Baresi aveva ingerito fieno fasciato proveniente da una balla infetta. L’Ats: «Nessun pericolo per l’uomo».

Più di 100 capi, fra mucche da latte e vitelli, uccisi dalla tossina prodotta dal batterio Botulino. È quanto accaduto a Zanica alla cascina Baresi i cui titolari, nell’arco degli ultimi 20 giorni, hanno dovuto assistere impotenti alla morte di quelle mucche e quei vitelli del loro allevamento che hanno ingerito fieno fasciato (non essiccato) proveniente probabilmente da un’unica balla ricoperta dal cellophane prima di essere stanziata nell’apposito magazzino. Queste condizioni di deposito del fieno fasciato possono costituire l’ambiente anaerobico (cioè privo di ossigeno) ideale per il batterio botulino, finito probabilmente nella balla attraverso un roditore morto (un topo o una nutria). Questa tossina, se ingerita, non lascia scampo all’animale. Il tempo in cui viene assimilata, però, è molto vario e, non appena compaiono i sintomi, può portare alla morte in poche ore o alcuni giorni.

Va subito detto, come evidenziano dal Dipartimento veterinario di Ats Bergamo, che non si tratta di una malattia infettiva trasmissibile fra gli animali e ciò esclude il rischio che possano essere stati intaccati altri allevamenti delle cascine vicine. «Questo fatto -spiega il direttore del Dipartimento Antonio Sorice- è stato il primo importante aspetto che ci siamo premurati di verificare nel momento in cui il veterinario privato dell’azienda agricola ci ha informato di quanto stava accadendo. Escluso, inoltre, pur trattandosi di mucche da latte, qualsiasi pericolo per l’uomo: il latte in commercio prima di essere messo sugli scaffali del supermercato viene sottoposto a trattamento termico che elimina qualsiasi tossina».

Quando accaduto alla cascina Baresi, dai veterinari dell’Ats è comunque giudicato un fatto eccezionale e molto grave. Lo conferma Massimo Alloni (ex sindaco di Mozzanica), il veterinario responsabile dell’unità operativa del distretto di Bergamo intervenuto a Zanica per occuparsi del caso: «Ci era già capitato -spiega- di occuparci di casi di tossine prodotte da batteri appartenenti alla famiglia dei Clostridium ingerite da animali. Quello della tossina botulinica, la più tossica di tutte, è invece molto raro. Al titolare dell’azienda è stato prescritto di provvedere immediatamente a cambiare tutto il fieno dell’allevamento. Ma per gli animali che avevano già mangiato il fieno contenente la tossina ormai non c’era più nulla da fare».

Ad aiutare a capire che cosa stava accadendo è stato anche il fatto che le manze gravide, a cui era stato dato un fieno diverso, non presentavano alcun sintomo. Di certo di tratta di un duro colpo per l’attività della cascina Baresi il cui titolare Mauro, sentito ieri, ha preferito non commentare quanto accaduto limitandosi a dire: «Parleremo più avanti, cercate di capire. Cinque famiglie dipendono dall’attività di questa cascina».

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