Yana, l’ultimo saluto la prossima settimana a Romano

Il delitto. La decisione del papà: la data sarà fissata dopo l’autopsia, in programma per sabato all’ospedale di Mantova.

Sarà celebrato a Romano la prossima settimana il funerale di Yana Malayko, l’ucraina di 23 anni uccisa il 20 gennaio a Castiglione delle Stiviere e ritrovata l’altro ieri sotto un cumulo di legna e foglie, a lato di una strada alla periferia della città mantovana. Lo ha deciso Oleksandr Malayko, il papà della giovane, che vuole la tumulazione della sua unica figlia a Romano, città dove Yana aveva vissuto dai nonni paterni da quando aveva 15 anni e fino al 2020, prima di trasferirsi a Castiglione.

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Sempre per desiderio del papà verrà allestita per un giorno la camera ardente anche nella cittadina mantovana, dove tante persone conoscevano Yana e hanno partecipato alle sue ricerche. Non è stata ancora stabilita la data della cerimonia funebre, in attesa del dissequestro della salma, che sabato mattina verrà sottoposta all’autopsia nell’obitorio dell’ospedale di Mantova. Anche ieri a Castiglione è stato un continuo andirivieni di gente sul luogo del ritrovamento di Yana, per posare mazzi di fiori e ceri.

In quel punto mercoledì i carabineri del Ris hanno prelevato elementi necessari alle indagini, eseguite finora senza la collaborazione dell’ex fidanzato della ragazza, in carcere con l’accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere: Dumitru Stratan, moldavo di 33 anni, è infatti ancora silente con gli inquirenti, ma lo stesso giorno dell’accaduto aveva confidato a sua sorella Cristina l’uccisione di Yana. Il movente? Non aveva accettato di essere stato lasciato dalla stessa. I carabinieri del Ris eseguiranno lunedì i rilievi anche nell’appartamento dove è stata uccisa la ragazza, nel garage del condominio e sull’auto usata dal moldavo per trasportare il cadavere.

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Per quasi tutta la giornata di ieri Oleksandr Malayko ha voluto stazionare sul luogo del ritrovamento di Yana, accusando un paio di volte leggeri malori per la situazione che stava vivendo: «Non voglio vendetta – ha ripetuto – ma solo giustizia». Sempre al suo fianco, anche durante le ricerche, Angelo Lino Murtas, l’avvocato di parte, già dirigente del commissariato di Treviglio: «Ci impegneremo – ha detto – affinchè vengano accertati i fatti nella loro interezza, per far sì che venga attribuita la giusta pena per un omicidio che è premeditato e non d’impeto».

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