Yana, la confessione dell’ex in carcere: «L’ho colpita, ma non volevo ucciderla»
A Mantova. Dumitru Stratan è in cella per il delitto di Yana Malaiko, 23enne ucraina che aveva abitato a Romano prima di trasferirsi con lui a Castiglione delle Stiviere. Dopo quasi due mesi di silenzio ha fornito la sua versione, che non convince gli inquirenti. Leggi l’approfondimento su L’Eco di Bergamo del 10 marzo.
Dumitru Stratan, il 33enne moldavo in cella con l’accusa di aver ucciso la giovane Yana Malaiko lo scorso 20 gennaio a Castiglione delle Stiviere (Mantova), dopo quasi due mesi di silenzio ha chiesto di essere interrogato e ha fornito la sua versione dei fatti: davanti agli inquirenti e in presenza dei suoi difensori ha ammesso di aver causato la morte della ragazza, negando però di averlo fatto intenzionalmente.
Il giovane è accusato di omicidio volontario – aggravato dalla premeditazione e dal fatto di aver agito nei confronti di una persona con cui vi era stata una relazione affettiva – e di occultamento di cadavere. Avrebbe agito, secondo la ricostruzione degli inquirenti, perché non sopportava la fine della relazione con la ragazza, che aveva abitato per alcuni anni a Romano di Lombardia prima di trasferirsi nel Mantovano con lui. Dal momento dell’arresto, avvenuto il giorno successivo al delitto, il 33enne si era sempre avvalso della facoltà di non rispondere. Il corpo della ragazza era stato trovato il 1° febbraio, dopo quasi due settimane di ricerche, nascosto sotto una catasta di legna nelle campagne di Castiglione.
Stratan è stato interrogato nel pomeriggio di mercoledì 8 marzo nel carcere di Mantova e «ha ammesso di aver cagionato il decesso di Yana Malaiko la notte del 20 gennaio 2023 presso l’abitazione in cui si trovava Yana – ha spiegato in un comunicato la Procura di Mantova – negandone peraltro la intenzionalità affermando di aver colpito con la mano una volta sola la ragazza allo sterno per allontanarla in un momento in cui erano vicini e senza rendersi conto nell’immediatezza delle conseguenze del colpo inferto in quanto aveva si era spostato in altra stanza». In relazione all’occultamento del cadavere «non ha fornito dettagli, dicendo che non ricordava esattamente quanto accaduto dopo e riferendo elementi frammentari».
La Procura ha contestato alla sua versione dei fatti «le risultanze investigative sinora raccolte agli atti che appaiono confliggenti con quanto dichiarato», ma il 33enne «ha ribadito la propria versione». Sono in corso accertamenti di carattere tecnico per ricostruire ogni aspetto della vicenda.
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