Verdellino, crisi improvvisa strappa Elvis alla sua famiglia: aveva 9 mesi

LA TRAGEDIA. Stava bene, poi sabato i primi sintomi e la situazione precipitata. I genitori: grazie ai medici per l’umanità e la sensibilità.

Aveva soltanto nove mesi Elvis Abbiati e, nel giro di una manciata di giorni, è passato dalla gioia delle prime vacanze al mare, tra l’affetto di mamma e papà e dei fratelli maggiori, al dramma di una malattia ancora non chiara – forse un’infezione, ma se ne saprà di più dagli esiti dell’autopsia eseguita ieri mattina – che lo ha colpito dritta al cuore e strappato in poche ore all’amore della sua famiglia.

«Mai problemi di salute»

I familiari raccontano che Elvis era un bambino sano: nato senza problemi di salute, ha trascorso i primi nove mesi di vita come qualsiasi altro neonato, coccolato dalla mamma Gloria e dal papà Fabio, oltre che dai fratelli Loris e Amos, che hanno dieci e tre anni. I primi giochi, le pappe, i pianti, i pannolini: la classica routine domestica per una famiglia con un bimbo appena arrivato in casa. Niente di nuovo per mamma e papà Abbiati, che già avevano vissuto la stessa esperienza di neogenitori con i primi due figli.

Per nove mesi non c’era stata assolutamente nessuna avvisaglia di quello che sarebbe successo. Sabato scorso Elvis ha iniziato a non stare bene: un po’ di dissenteria e qualche difficoltà a respirare. Nulla di eccessivamente grave, all’apparenza, ma sufficiente a spingere i genitori, vista la tenera età del bimbo, a portarlo al pronto soccorso dell’ospedale di Treviglio. La prima volta la mattina, con le successive dimissioni. Poi, non migliorando il quadro clinico come sperato da genitori e medici, anche di sera. In questo caso fa seguito un ricovero.

Dagli esami emerge infatti che qualcosa non va e che Elvis è disidratato. Dall’ospedale di Treviglio viene deciso il trasferimento al Papa Giovanni XXIII di Bergamo: ma la situazione precipita e sopraggiungono due arresti cardiaci durante il trasporto tra i due ospedali. Elvis viene rianimato dal personale sanitario, ma da quel momento non si riprende più: il suo corpicino non ha le forze per reagire e combattere contro un male inatteso e che lo sta divorando rapidamente, con conseguenze pesantissime soprattutto sul suo cuoricino, e che neppure i medici hanno bene idea di cosa si tratti.

Vengono attivate la respirazione artificiale e la circolazione extracorporea: ma la notte tra lunedì e martedì sopraggiunge anche un’emorragia cerebrale che, in un quadro clinico già così compromesso, si rivela fatale per il piccolo. Elvis sale in cielo.

Chiusi nel loro inimmaginabile dolore, i genitori ci tengono a ringraziare in maniera molto sentita tutto il personale della Patologia neonatale del Papa Giovanni per l’accoglienza, l’attenzione, la sensibilità e la grande delicatezza e umanità con cui hanno gestito la delicata e improvvisa situazione di Elvis

Mercoledì mattina viene eseguita l’autopsia, con una particolare biopsia al cuore, l’organo che è risultato il più colpito in questo drammatico susseguirsi di problemi di salute che hanno strappato Elvis ai suoi genitori: mamma e papà sono molto conosciuti e stimati a Verdellino (lavorano da anni nel settore dell’edilizia) e ora, chiusi nel loro inimmaginabile dolore, ci tengono a ringraziare in maniera molto sentita tutto il personale della Patologia neonatale del Papa Giovanni per l’accoglienza, l’attenzione, la sensibilità e la grande delicatezza e umanità con cui hanno gestito la delicata e improvvisa situazione di Elvis.

Sabato i funerali

La camera ardente è stata allestita a casa della nonna, in via IV Novembre 23 a Verdellino. Sabato, alle 10, nella parrocchiale, i funerali. «Un figlio è speranza, un figlio è luce, un figlio è forza, un figlio è amore, un figlio è un dono meraviglioso» è la frase di Madre Teresa di Calcutta scelta dai genitori di Elvis per i manifesti che annunciano che «è tornato in Cielo un angioletto».

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