Uno studente su tre ha agito da bullo: «Dipende da una bassa autostima»

IL FENOMENO. La ricerca presentata a Treviglio, coinvolti nello studio Soroptimist 1.399 alunni. Il 17% è sia vittima che autore, ragazze più vulnerabili. «Non esiste gruppo classe senza concorsi di bellezza».

Treviglio

Uno studente su tre confessa di aver compiuto atti di bullismo, quasi uno su due di averli subiti. Lo rivela l’indagine condotta in nove scuole di Treviglio, Caravaggio, Casirate d’Adda, Fara d’Adda, Romano di Lombardia, promossa dal Soroptimist Pianura bergamasca della presidente Luciana Carminati. L’indagine, che ha coinvolto 1.399 studenti dalla quinta elementare alla quarta superiore (età media 13 anni), svela una realtà complessa e preoccupante. «La bassa autostima si conferma nel nostro territorio come un aspetto centrale correlato a forme di violenza minorile come il bullismo e il cyberbullismo», ha dichiarato martedì primo aprile Sabina Albonetti, coordinatrice della ricerca, durante la presentazione dei risultati al Tnt di Treviglio davanti a un pubblico composto da studenti, docenti, autorità e forze dell’ordine. Insieme a lei, al tavolo dei relatori, Eleonora Sasso, Claudia De Noia, Maria Monica Ratti, Tommaso Mangiò, Barbara Zottarelli.

Anche i bulli, a loro volta, mostrano una bassa autostima (12,92), inferiore a quella di chi non ha mai agito da prevaricatore (13,62). Particolarmente significativo è il dato relativo alla percezione di sé in ambito familiare, dove la differenza è ancora più ampia

Lo studio evidenzia una differenza significativa tra i livelli di autostima. Le vittime di bullismo si attestano su un livello di 12,02 (su una scala da 0 a 20), mentre chi non ha subito violenze raggiunge il 14,52. Anche i bulli, a loro volta, mostrano una bassa autostima (12,92), inferiore a quella di chi non ha mai agito da prevaricatore (13,62). Particolarmente significativo è il dato relativo alla percezione di sé in ambito familiare, dove la differenza è ancora più ampia.

Ragazze più vulnerabili

«Le ragazze hanno un’autostima più bassa dei maschi sia a livello generale che nelle sottodimensioni scolastica, corporea, familiare, interpersonale»

La distinzione tra vittima e bullo è peraltro spesso sfumata: il 17% degli alunni ha ammesso di aver sia subito che perpetrato atti di bullismo, contro il 13,9% che riconosce di aver solo agito. Le ragazze, in particolare, sembrano essere più vulnerabili: il 47,6% dichiara di essere stata vittima di bullismo, contro il 40,6% dei ragazzi. La differenza si spiega, probabilmente, anche con il fatto che «le ragazze hanno un’autostima più bassa dei maschi sia a livello generale che nelle sottodimensioni scolastica, corporea, familiare, interpersonale», ha detto Albonetti. In particolare l’autostima, che alla primaria è simile, crolla alle scuola secondaria di primo grado sia per le ragazze che per i ragazzi. Questi ultimi, poi, vedono una risalita alla scuola secondaria di secondo grado, mentre nel caso delle femmine il calo prosegue.

Il ruolo degli adulti

Incide soprattutto la dinamica corporea o, per usare le parole di Eleonora Sasso, «non esiste gruppo classe in cui non ci siano concorsi di bellezza, non necessariamente vissuti, ma anche solo immaginati». Non aiutano in questo senso «la sottocultura dei mass media» e immagini perfette «di influencer create dall’intelligenza artificiale».

«L’autostima si sviluppa e si evolve nel tempo, per questo è possibile modificarla, accrescerla e consolidare» con «interventi realizzati in ambito scolastico finalizzati a rafforzare la stima di sé, che portano a contenere le forme di bullismo e cyberbullismo»

Gli adulti «devono interrogarsi su come sostenere un’autostima realistica negli adolescenti, con particolare attenzione alle ragazze». Perché, secondo Albonetti e i ricercatori che con lei hanno sviluppato il progetto, «l’autostima si sviluppa e si evolve nel tempo, per questo è possibile modificarla, accrescerla e consolidare» con «interventi realizzati in ambito scolastico finalizzati a rafforzare la stima di sé, che portano a contenere le forme di bullismo e cyberbullismo».

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