UniBg: «A Dalmine progetto da rivedere». L’ipotesi ex Reggiani resta sullo sfondo

Il progetto. L’ampliamento del campus è al palo da anni, via libera del Cda dell’Università ad una rivalutazione: «Sono cambiate le esigenze». Nuovo passo avanti per la Montelungo.

Troppi rallentamenti, dovuti a diversi motivi – dalla ricerca di resti bellici ai problemi con la direzione lavori sino al Covid – e costi che nel frattempo sono lievitati. E intanto il progetto invecchiava e le esigenze del committente cambiavano. Così l’Università di Bergamo ha deciso di rivedere i piani di ampliamento del polo di Ingegneria di Dalmine.

Mercoledì 29 marzo il Cda dell’ateneo ha dato mandato agli uffici competenti di avviare il processo di rivalutazione. «Il progetto non risponde più all’interesse pubblico dell’Università – spiega la direttrice generale di UniBg Michela Pilot – si è deciso di valutare la possibilità di sciogliere il vincolo contrattuale con la ditta che deve realizzare i lavori (il completamento della ristrutturazione dell’ex centrale Enel e la costruzione di un nuovo edificio, ndr) per rivedere il progetto rendendolo più attuale e rispondente alle nostre nuove esigenze». Che tradotto significherebbe «aule meno grandi e più attrezzate per la didattica interattiva», rinunciando alle palazzine sopraelevate inizialmente previste, con tanto di piazza e spazi aperti agli abitanti di Dalmine. Il rettore Sergio Cavalieri assicura che l’intenzione non è dire addio all’investimento. «Dalmine non è una realtà che intendiamo lasciare, abbiamo fatto investimenti importanti. Vogliamo riprendere il discorso e ripartire, ma fare previsioni sulle tempistiche in questo momento non è possibile». L’utilizzo di parte degli immobili della ex Reggiani, a Bergamo, da destinare a Ingegneria, resta sullo sfondo. «Abbiamo bisogno di spazi, e stiamo valutando soluzioni che potrebbero concretizzarsi, ma al momento la carne al fuoco è già tanta», ribadisce ancora una volta il rettore.

Il punto sulla «Montelungo»

A cominciare dalla «riqualificazione e riconversione funzionale delle ex caserme Montelungo e Colleoni», ieri all’ordine del giorno del Cda, che ha formalizzato un passaggio tecnico relativo alla convenzione siglata con la Regione Lombardia. Un accordo che mette nero su bianco le discipline di utilizzo e rendiconto del finanziamento concesso dalla Regione, 15 milioni di euro da impiegare per funzioni residenziali, UniBg è tenuta a dimostrare la sostenibilità dell’operazione che non deve creare profitto. «Un passaggio tecnico che dimostra che sulla Montelungo stiamo andando avanti, anche se il cantiere è fermo e ancora non si vedono le gru», sottolinea Cavalieri. Prossimo step sarà la chiusura del bando, il 7 aprile, per individuare la Sgr (Società di gestione del risparmio) che dovrà istituire e gestire il fondo immobiliare delle ex caserme. Di fatto il soggetto che si occuperà della realizzazione del campus universitario e della gestione delle residenze. «Aspettiamo che scadano i termini per la presentazione delle candidature che Cassa Depositi e Prestiti dovrà poi valutare» fanno sapere dall’ateneo. L’auspicio è che i lavori possano iniziare in novembre e che alla fine del 2025 siano conclusi.

Gli spazi all’ex Accademia GdF

Altro fronte aperto è quello dell’ex Accademia della Guardia di Finanza, dove sono previsti alloggi, aule e impianti sportivi. UniBg attende il via libera dal Ministero dell’Università ai finanziamenti richiesti attraverso tre bandi, che serviranno a finanziare i tre lotti di lavori per un importo complessivo di 30 milioni di euro. E mentre in via Calvi il cantiere procede («secondo il cronoprogramma, contiamo di trasferire nel settembre del prossimo anno la segreteria studenti e gli altri uffici»), a Loreto prima dell’estate dovrebbero partire i lavori per i nuovi campi da tennis.

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