Trovato dopo 11 ore di ricerche: cordoglio per la tragica morte dell’imprenditore agricolo
ROMANO DI LOMBARDIA. Una notte intera per rimuovere le forme e gli scaffali crollati domenica: Giacomo Chiapparini era un imprenditore agricolo molto noto nella Bassa Bergamasca.
La speranza che Giacomo Chiapparini, l’imprenditore agricolo 74enne di Romano travolto domenica sera nella sua azienda dal crollo degli scaffali con 15mila forme di Grana Padano, fosse ancora vivo, si è purtroppo spenta lunedì mattina, quando il suo corpo è stato rinvenuto sotto l’enorme quantità di materiale che l’ha ucciso. Già nella serata di domenica, anche i familiari e i soccorritori avevano compreso la portata tragica della situazione, nutrendo però lecitamente una flebile speranza, poi svanita. Per trovare il corpo di Giacomo Chiapparini i vigili del fuoco hanno lavorato oltre undici ore, quanto necessario per rimuovere dal deposito parte delle scaffalature e le pesanti forme di Grana, il tutto per crearsi un varco e arrivare al punto in cui si ipotizzava potesse trovarsi l’imprenditore, a pochi metri dalla porta d’ingresso del magazzino per la stagionatura. La tragedia si è consumata all’interno del capannone, interamente dedicato alla conservazione delle forme che tappezzano le pareti in tutta la loro larghezza e altezza: sono presenti 10 corridoi e in ognuno di questi disposte 1.600 forme di Grana Padano.
Un’ispezione di routine
Qui domenica sera il 74enne era entrato da solo, come d’abitudine, per fare una verifica e, a quanto risulta, per controllare un robot che pulisce in automatico le forme, in modo da farle stagionare correttamente. Un’operazione fatta e rifatta, che mai in precedenza aveva riservato problemi e sorprese. Domenica però qualcosa non è andato per il verso giusto e, in un attimo, si è consumata la tragedia.
Sembra che a causare l’effetto domino, che ha interessato 15mila forme, sia stato un cedimento della struttura che sosteneva il formaggio. Il capannone in questione si trova alla Cascina Clientela, sede dell’azienda agricola Chiapparini, dove sono presenti più stalle, depositi, il caseificio, il magazzino per la stagionatura, il punto vendita, l’ufficio, la sala mungitura e le abitazioni della famiglia. L’azienda nel tempo si è ampliata, arrivando alle attuali dimensioni dei 10 ettari di superficie, con l’attività di coltivazione concentrata su 100 ettari di terreno.
La ricostruzione della tragedia
Chiapparini domenica ha deciso di recarsi nel deposito di stagionatura, ma non è possibile stabilire con certezza quando lo abbia fatto e dopo quanto tempo sia stato travolto dalla caduta delle forme e della struttura. Sta di fatto che verso le 21 il fragore del crollo ha richiamato il figlio dell’allevatore e alcuni dipendenti, che si trovavano all’esterno del capannone. Accorsi sul posto, hanno capito che sotto le tonnellate di materiale c’era Giacomo Chiapparini: hanno cercato di individuare il punto in cui potesse essere il 74enne, ma l’impresa era impossibile. Immediatamente è stata lanciata la richiesta d’intervento alla centrale operativa del 112, numero unico di emergenza. Sul posto sono intervenuti 21 vigili del fuoco provenienti dalle caserme di Romano, Treviglio, Dalmine e Bergamo. Sul luogo dell’accaduto sono giunti anche i vigili del fuoco dell’unità cinofila e dell’Usar, oltre al personale dell’Ats, a pattuglie dei carabinieri di Romano, all’automedica e un’ambulanza.
Il lavoro dei soccorritori è durato tutta la notte tra domenica e lunedì. Un lavoro necessario per rimuovere il materiale crollato e individuare, e proprio lunedì alle 8,45, il corpo purtroppo senza vita di Giacomo Chiapparini. L’autorità giudiziaria ha dato il nulla osta per l’affidamento ai familiari della salma dell’imprenditore, poi composta nell’abitazione della Cascina Clientela. Giacomo Chiapparini lascia nel dolore la moglie Angelina, i figli Tiziano e Mary e cinque nipoti.
Chi era Giacomo Chiapparini
Giacomo Chapparini era un imprenditore agricolo molto conosciuto nella Bassa Bergamasca. Una vita dedicata all’agricoltura, all’allevamento di bovini e in seguito alla produzione di Grana Padano nel proprio caseificio gestito insieme alla moglie Angela, ai figli Mary, Tiziano e ai due nipoti.
La famiglia Chiapparini è produttrice di latte da quattro generazioni e Giacomo era l’ultimo di sette fratelli: con loro e il padre aveva lavorato per diverso tempo come mezzadro, prima di mettersi in proprio. Con il duro lavoro e con caparbietà aveva coronato il sogno di acquistare la sua prima cascina e la terra per la coltivazione di mais. Nel 1977 si era diviso dai fratelli e con la sua quota di capi bovini, un trattore, un escavatore, mezzo capannone e un po’ di terra, iniziò la propria avventura di allevatore, vendendo latte a grandi aziende di trasformazione quali Invernizzi e Kraft, facendosi un nome e ottenendo anche premi sulla qualità.
L’azienda dal 2006 produce Grana Padano nel rispetto del disciplinare, attraverso la lavorazione del latte dei propri bovini, vendendo poi il formaggio in un punto annesso all’azienda agricola. Sono in media 15mila le forme di Grana Padano prodotte annualmente dal Caseificio Chiapparini. L’azienda ha la propria sede nella zona sudest di Romano, in prossimità della località Graffignana. Qui nel tempo si era sviluppata e ingrandita, anche innovata in macchinari e sistemi di allevamento e produzione del latte. Giacomo Chiapparini ne andava estremamente orgoglioso. «Aveva un carattere tutto suo e particolare – hanno raccontato alcuni vicini –, ma va messo in risalto che per l’impegno dedicato e assoluto al suo lavoro, Giacomo è stata una persona assolutamente da lodare».
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