Treviglio piange Nino Fumagalli, storico panettiere del centro
IL LUTTO. Aveva 87 anni e per 54 aveva gestito la sua panetteria con la sorella Giovanna. Cordiale con i clienti e non, era un punto di riferimento per il commercio trevigliese.
Treviglio ha perso uno dei suoi più cari e caratteristici concittadini, un autentico «pezzo di storia» locale, Stefano «Nino» Fumagalli, storico panettiere di via Galliari, da tutti, clienti e no, benvoluto e profondamente stimato.
Aveva 87 anni
È mancato a 87 anni dopo una vita trascorsa al servizio di migliaia di trevigliesi che gradivano e acquistavano il suo pane, apprezzandone l’alta qualità e soprattutto si sentivano amici non clienti frequentandone il negozio, grazie al suo fare bonario, aperto, «trevigliesissimo» come pochi, testimone di una Treviglio passata nel corso di alcuni decenni da «paesone» a città a tutti gli effetti. Basti pensare che nella panetteria di via Fratelli Galliari, dove era il tuttofare senza mai smettere di lavorare e servire, si è attivato per ben 54 anni, al termine dei quali è andato, malvolentieri, in pensione, lui che, per decine d’anni, si alzava alle 5,30 per sfornare e poi di buon mattino, sul motorino andava a portare il pane presso le famiglie richiedenti. E non solo, produceva altro pane per la cena, così che chiunque potesse trovarvi il prodotto desiderato. Sempre con il sorriso sulle labbra e grande disponibilità.
Insomma, un uomo buono e servizievole che, con la sorella Giovanna, anch’ella immancabile in bottega, ha servito nel panificio fino a sera, ininterrottamente per anni, finché è cambiata la norma che concedeva il riposo festivo. E da quel momento lo si incontrava di domenica per le vie cittadine a piedi o in bicicletta, pronto a fermarsi per quattro chiacchiere amichevoli che ne facevano uno dei trevigliesi più aperti al dialogo.
Punto di riferimento
È stato anche un uomo da oratorio, il Sant’Agostino, luogo tanto amato fin dalla adolescenza – come ricorda Arturo Prandina a nome dei molti amici oratoriani – e dove tutti lo accoglievano con gioia, essendo in grado anche di dare, nei racconti e nelle memorie, testimonianze significative del passato trevigliese. Tra i tanti amici che piangono la morte, anche il vescovo concittadino monsignor Giuseppe Merisi, amico fin dai tempi della gioventù in oratorio.
Nino Fumagalli avva abitato a lungo in centro città, proprio in via Galliari – nella casa che definiva «la mia piccola Venezia» –, poi si era trasferito in via Madreperla, nell’immediata periferia. Resta un esempio di trevigliese innamorato del luogo nativo, che andava via via riscoprendo come un tesoro da tramandare e da difendere nella sua tipicità.
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