Travolto da ubriaco a Treviglio, non ce l’ha fatta il 56enne
È morto in ospedale Francesco Fanelli, camionista di 56 anni: lascia tre figli, donati gli organi. Sabato sera era stato investito mentre scaricava l’auto con il fratello. Si aggrava la posizione dell’automobilista.
Non ce l’ha fatta Francesco Fanelli, il cinquantaseienne travolto sabato attorno a mezzanotte da un automobilista risultato positivo all’alcoltest. Lunedì 22 novembre, nel tardo pomeriggio, è morto all’ospedale Papa Giovanni XXIII, dove invano i medici hanno tentato di salvargli la vita. Troppo esteso e profondo il trauma cranico causato dall’incidente, avvenuto a Treviglio, in via Mantegna, dove Fanelli stava scaricando della merce dalla sua auto, una Hyundai, assieme al fratello, fuori dalla casa di quest’ultimo. All’improvviso – ha ricostruito la polizia stradale di Treviglio – la vettura condotta da un giovane poi risultato positivo all’etilometro è piombata contro la Hyundai, scaraventata contro il muretto di recinzione dell’abitazione.
Tra il muro e l’auto c’era però Fanelli, rimasto schiacciato e gravemente ferito, soprattutto al capo. Alla scena ha assistito da vicino il fratello, che ha subito chiamato il 112: le condizioni del cinquantaseienne sono parse subito molto gravi, tanto da essere trasportato con l’ambulanza del 118 in codice rosso all’ospedale di Bergamo. Dove lunedì, circondato dall’affetto dai tre figli – Alessandra Domenico ed Elena – e degli altri familiari, Fanelli è morto: proprio i parenti hanno voluto donare gli organi dell’uomo, che tra due giorni, giovedì, avrebbe compiuto 57 anni.
Con la sua morte si aggrava la posizione del giovane alla guida dell’auto che ha causato l’incidente: domenica, all’esito dell’alcoltest, era stato denunciato dalla polizia stradale – che gli aveva anche ritirato la patente – per guida in stato di ebbrezza e lesioni gravissime. Ora le accuse verranno riformulate nel ben più grave omicidio stradale. Francesco Fanelli era nativo di Mesagne, cittadina pugliese in provincia di Brindisi. Da una decina d’anni abitava però a Treviglio, in via XXIV Maggio: lavorava da sempre come autotrasportatore, attualmente per una ditta del Lodigiano.
Pur avendo macinato milioni di chilometri sulla strada alla guida del suo camion, ha trovato la morte mentre era sì in strada, ma non durante la guida, bensì mentre era intento a scaricare della merce dalla sua auto assieme al fratello, nella zona residenziale a sud-est di Treviglio. Lì sabato sera, poco prima di mezzanotte, Francesco Fanelli aveva parcheggiato la sua Hyundai a cavallo tra il marciapiede e la carreggiata, sulla corsia opposta rispetto a quella di marcia proprio per essere più comodo nello scaricare la merce.
All’improvviso, dalla direzione opposta, dunque da via Jenner, è arrivata l’auto condotta dal giovane ubriaco, che – non è chiaro perché: forse una distrazione acuita del suo stato psicofisico non ottimale – è finita con la parte anteriore destra contro la parte anteriore destra della Hyundai di Fanelli. A sinistra della quale c’era l’autotrasportatore, spinto e schiacciato dalla sua auto contro il vicino muretto di recinzione della casa del fratello. La data dei funerali non è ancora stata fissata.
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