Tragedia di Ghisalba: «Petri era pieno di amici, era una calamita»
Cortenuova. Petrisor Razvan Andries è stato travolto da una Focus che ha invaso la sua corsia di marcia. Sbalzato di sella è deceduto sul colpo. Frequentava il quarto anno all’Agroalimentare a Castel Cerreto. «Pieno di amici, era un calamita».
«Di solito tornava verso mezzanotte, chiudeva la porta della mia stanza e mi augurava la buonanotte. Ma quella notte mi ero addormentata prima e non mi ero accorta che non era rincasato alla solita ora. Solo quando i carabinieri mi hanno svegliata chiamandomi verso le quattro di mattina ho visto che nella sua stanza non c’era e allora ho capito che era successo qualcosa di grave». Irina, la mamma di Petrisor Razvan Andries (da tutti noto come Petri), racconta così i momenti carichi di angoscia vissuti prima di sapere che il figlio di 17 anni aveva perso la vita dopo essersi scontrato in sella alla sua moto contro un’auto in sorpasso.
Il diciasettenne (ne avrebbe compiuti 18 il prossimo 7 giugno) prima di uscire, alla madre e al papà Fiorenzo si era limitato a dire loro, come era solito fare, «vado a fare un giro». Petri aveva molti amici non solo a Cortenuova, ma anche nei paesi limitrofi, in particolare a Martinengo, Ghisalba e Cavernago: «Lui era un ragazzo speciale – racconta ancora la mamma non riuscendo a trattenere le lacrime – molto vivace. Sapeva fare amicizia con tutti. Già dall’asilo era una calamita per tutti gli altri bambini».
Petri era nato in Romania per poi trasferirsi a tre anni a Cortenuova dove aveva frequentato l’asilo e la scuola elementare. Le medie le aveva fatte a Romano. E ora era uno studente della Scuola per lavorare nell’agroalimentare di Castel Cerreto, frazione di Treviglio, dove stava frequentando il quarto anno. Alle lezioni in classe alternava periodi di stage lavorativo. Aveva già lavorato in aziende agricole di Martinengo e Cortenuova fra cui la società agricola Gozzini, nella frazione Santa Maria del Sasso, dove avrebbe dovuto ricominciare a lavorare lunedì.
«Aveva chiamato proprio lunedì sera – spiega papà Fiorenzo – per accordarsi con Francesco (Francesco Gozzini, il titolare della società agricola, ndr) su quando sarebbe dovuto tornare a lavorare per lui. Era felice di farlo: a Petri piaceva fare il lavoro nei campi. Ma soprattutto amava guidare i trattori». Per la sua passione per i trattori il ragazzo era solito partecipare anche alle sfilate di mezzi agricoli che si svolgono a Cortenuova e nei paesi limitrofi. E nella natura svolgeva anche i suoi hobby: amava cacciare e andare a pesca.
Martedì tutta la famiglia di Petri, i genitori e la sorella maggiore Valentina sono rimasti con il loro dolore dentro la loro abitazione, in via Riva, in attesa di avere notizie dalle autorità. La salma del ragazzo è stata composta nella camera mortuaria dell’ospedale Papa Giovanni in attesa di sapere se il magistrato che ha in carico il caso disporrà l’autopsia: «Non ci dovrebbe volere molto a sbloccare la situazione visto che la dinamica dell’incidente sembrerebbe chiara» dice il papà. La notizia della morte del diciasettenne ieri ha svegliato Cortenuova, lasciando tutti sotto choc, a cominciare dal parroco don Giovanni Barbieri e dal sindaco Gianmario Gatta.
Entrambi martedì si sono recati nell’abitazione della famiglia del ragazzo per cercare di portare un po’ di conforto alla madre: «Si prova un grande dolore quando un giovane perde la vita in questo modo – commenta il primo cittadino –. Siamo vicini alla sua famiglia e non sono parole retoriche, perché tutti a Cortenuova la conosciamo. impossibile pensare al dolore che la mamma sta provando. D’ora in poi dovrà avere coraggio e continuare a vivere».
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