«Terra Santa nei nostri cuori»: Veglia di preghiera per la pace
VENERDÍ. All’abbazia di Fontanella alle 20.30. Don Maffioletti, parroco di Longuelo: messaggio di vicinanza alle popolazioni.
«Quello che porta alla pace». Questo versetto, tratto dal Vangelo di San Luca (19, 41-44), sarà il tema della Veglia di preghiera per la pace in Palestina, che si terrà venerdì 1 marzo alle 20,30 nell’abbazia di Sant’Egidio di Fontanella. L’iniziativa vuole invocare il dono della pace in Terra Santa e ricordare il 22° anniversario della costruzione della prima lastra di cemento del Muro di Gerusalemme, la lunga barriera fatta costruire dal governo israeliano, e insieme invocare anche la pace in tutti i conflitti in atto nel mondo.
La Veglia viene proposta in sinergia da associazione solidale Tenda di Amal, Acli-Molte fedi sotto lo stesso cielo, gruppo Longuelo Terrasanta e parrocchia di Longuelo, Agesci (Associazione guide e scout cattolici italiani), gruppo Aeper, Comunità di San Fermo, Diocesi di Bergamo-La terra esistenziale «Vita sociale e mondialità», movimento Pax Christi e Rete pace e disarmo bergamasca. Durante la Veglia saranno recitate tre preghiere: cristiana, musulmana, ebrea. Sarà proiettata una testimonianza di suor Nabila Saleh, religiosa egiziana della Congregazione delle Sorelle del Rosario, impegnata in prima linea nella parrocchia cattolica del Santo Rosario a Gaza.
«Qualcuno potrebbe dire che pregare per la pace non serve a nulla – sottolinea don Massimo Maffioletti, parroco di Longuelo –. Invece, per i cristiani pregare è fondamentale. Significa respingere la tentazione della rassegnazione, cioè pensare che il male ha sempre l’ultima parola. Anche Papa Francesco non si stanca di invitare a pregare per la pace, soprattutto nell’attuale situazione di “Terza guerra mondiale a pezzi”. Pregare per la pace significa tenere la barra a dritta, nella certezza che violenza, guerra, odio e sangue non vinceranno. La Veglia si muoverà nell’orizzonte della invocazione, ma nello stesso tempo anche dell’interposizione, cioè mettersi in mezzo fra bene e male». La Veglia è anche un forte messaggio di vicinanza e affetto alle popolazioni stremate della Terrasanta. «Un modo significativo – prosegue don Maffioletti – per far capire a quelle popolazioni sofferenti che Dio non le ha dimenticate e che ci sono altre popolazioni che vogliono esprimere vicinanza a quella gente, che è nei nostri cuori».
© RIPRODUZIONE RISERVATA